
La pornografia online deve essere educativa?
Come la volontà di attribuire un ruolo educativo alla pornografia online distoglie l’attenzione dalla grave lacuna, all’interno della scuola, di una sana educazione al sé sessuale.
Come la volontà di attribuire un ruolo educativo alla pornografia online distoglie l’attenzione dalla grave lacuna, all’interno della scuola, di una sana educazione al sé sessuale.
Che vantaggi ha tratto l’establishment dalla narrazione tradizionale che, da sempre, ha voluto estromettere il genere femminile dalla produzione ironica?
È realizzabile un festival, aperto a tutti, che riesca a conciliare la valorizzazione del patrimonio storico-artistico inaccessibile di una città con la sostenibilità ambientale e l’inclusione?
Il calo collettivo della tensione erotica e il neoliberismo vanno a braccetto, perché?
Nel bresciano, in un’area naturale protetta, si trova la discarica radioattiva più grande d’Italia, contaminata da cesio-137 (e non solo). Ricostruire il tragico episodio, non ancora risolto, per strutturare un’alternativa di salvaguardia del territorio.
L’immaginario collettivo rispetto alla donna deve trasformarsi, rimuovendo le strutture convenzionali che caratterizzano il rapporto amoroso e la funzione, anche erotica, del femminile come oggetto passivo.
Può la generazione cresciuta a stage non retribuiti ed incertezza occupazionale rivendicare maggiore attenzione dalla classe politica? Angelo Tarditi, responsabile della comunicazione di Visionary Days, ci introduce alla petizione online di Uno Non Basta che chiede al Governo di destinare 20 miliardi del Recovery Fund ai giovani.
L’ipotesi è che questa seconda ondata abbia alterato la relazione fra individuo e avvenire: che il nostro malessere sia nostalgia del futuro?
I rapporti sessuali non protetti, negli ultimi 20 anni, hanno condotto ad un aumento vertiginoso delle infezioni sessualmente trasmissibili: che sia il momento di riconsiderare la propria salute sessuale?
Il mito dell’efficienza economica ha relegato i rifiuti nell’ombra dello smaltimento in discarica senza preoccuparsi delle conseguenze ambientali e sanitarie. E’ possibile un cambiamento di prospettiva?