
Là dove i campi della Bassa bresciana si perdono nella pianura, in una successione di ritmiche geometrie padane, un piccolo polmone verde contamina con le sue fronde il corso del Fiume Strone.
Il territorio di vocazione agricola per eccellenza, incastonato tra i profili familiari dei campanili di San Paolo e dei borghi rurali di Bettegno e Campazzo, custodisce un piccolo ecosistema bresciano che trova nelle tinte dello Strone la cornice del suo quadretto agreste.
Alimentato dalle risorgive e dai colatori irrigui, il fiume imbratta di verde la pianura bresciana ridestandone un panorama inedito: dalla località Laghetto, a Scarpizzolo di San Paolo, attraversando i territori di Verolavecchia e Verolanuova, il corso d’acqua percorre 18 km per poi sfociare nel fiume Oglio, in prossimità del comune di Pontevico.

Proprio lungo questo tratto boschivo, si concentrano le aree di maggiore rilevanza naturalistica e paesaggistica, come il tratto fra Cadignano e Scorzarolo, il Parco delle Vincellate e la località Laghetto di Scarpizzolo, luogo simbolo dell’intero complesso irriguo e meta privilegiata degli affezionati passeggiatori della domenica.
Non stupisce quindi come già dal 1990, a fronte di un simile patrimonio faunistico e vegetale, la Regione Lombardia abbia riconosciuto l’area in questione come “Parco locale di interesse sovracomunale”.
Ma cosa si intende per parco di interesse sovracomunale?
I parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) costituiscono una forma di tutela del territorio istituita nel 1983 dalla Regione Lombardia. Si tratta di parchi che comprendono aree terrestri, fluviali e lacustri di valore ambientale, naturalistico e folcloristico non trascurabili¹.
Tra i parchi bresciani di interesse sovracomunale di più recente formazione si annoverano per esempio il Parco delle Cave, il Parco del fiume Chiese, del fiume Oglio e quello di San Martino della Battaglia, nel basso Garda.
Se fino al 2001 era competenza delle singole regioni istituire questi parchi con delibera di giunta, oggi invece se ne può far carico anche il comune interessato, con l’approvazione della provincia in questione e del piano regolatore generale dell’ente stesso.

Nel caso del Parco delle Vincellate del fiume Strone, per esempio, l’ente gestore è un consorzio formato dai quattro comuni interessati, ovvero Pontevico, Verolanuova, Verolavecchia e San Paolo. Tuttavia, nonostante la sede del parco risieda solo nel comune di Verolavecchia, la presidenza è svolta a rotazione dai quattro comuni partecipanti, tutti ugualmente coinvolti nella manutenzione.
Il Consorzio si avvale inoltre dell’apporto di un Comitato tecnico scientifico (organo previsto dallo statuto di Consorzio), entro cui esperti di diverse discipline pianificano interventi volti ad assicurare un equilibrio tra le aree popolate e quelle a vocazione naturalistica.
Quali criteri orientano la scelta di questi interventi?
Va precisato, innanzitutto, che gli obiettivi generali di conservazione e sviluppo del parco si associano sempre a quelli socioculturali: l’educazione ambientale, la pubblica fruizione o ricreazione e, infine, la ricerca.
I rapporti tra il Parco e le realtà circostanti devono quindi essere perseguiti attraverso una gestione attiva, affidata, più che ai vincoli e a misure dissuasive, a interventi positivi, come incentivi per nuove attività o il recupero di aree degradate.
Grazie ad appositi piani di gestione, i corridoi ecologici hanno infatti connesso le aree strategiche a quelle di sviluppo della natura, agevolando gradualmente i movimenti delle specie e favorendone il mantenimento e lo studio della biodiversità.

A tal proposito, notevoli sono stati gli sforzi profusi per la realizzazione dell’area di osservazione naturalistica all’interno del parco delle Vincellate (comprendente anche la cascina e un giardino botanico) e la valorizzazione del Casino del Laghetto, presso Scarpizzolo, dove l’associazione “Amici del laghetto” ha da poco trasferito la propria sede, centro didattico e punto di ritrovo per i visitatori.
In tempi abbastanza recenti, è stata anche messa a punto una piccola centrale idroelettrica che, grazie allo sbarramento del corso dello Strone e alla messa in moto di una turbina, ha sfruttato l’acqua nella produzione di corrente.
Tra gennaio e febbraio 2022, il comune di San Paolo ha ricevuto dalla Regione Lombardia un finanziamento di ben 6 milioni di euro, somma interamente devoluta a “Nuovi boschi di pianura e collina”, progetto finalizzato alla creazione di 20 nuovi boschi, e alla riqualificazione di siepi, filari, fasce tampone, prati e aree umide.
Un provvedimento che lascia ben sperare, soprattutto in anni di progressivo rallentamento delle attività dei parchi di interesse sovracomunale, dovuto anche a una generalizzata riduzione delle risorse finanziarie. In questo contesto infatti i PLIS rischiano di rimanere elementi isolati e di non essere riconosciuti, laddove non caratterizzati da un forte senso identitario, come componenti attivi della “rete verde” provinciale e interprovinciale.

Per rimanere aggiornati sul parco dello Strone e su altri parchi locali, l’organizzazione Amici dei Parchi e delle Riserve naturali di Brescia opera sul territorio dal 1986, dedicandosi alla promozione delle bellezze naturalistiche bresciane e delle aree limitrofe. L’associazione svolge la sua attività presso il Museo di scienze naturali di Brescia, in via Ozanam 4, e si propone di organizzare escursioni naturalistiche, documentari e proiezioni didattiche per le scuole e le biblioteche del territorio.
Così facendo, la cultura che si tramanda di parco in parco presuppone sempre più un’ottica diversa, volta a studiare l’effetto dei servizi sulla base degli obiettivi da perseguire, non solo dell’estensione del bacino d’utenza.
I parchi locali, in quanto processo organizzativo di un territorio, entrano infatti in «una complessa relazione col tessuto formato da abitudini, usi, tendenze, aspirazioni, esigenze (talora conflittuali) dei gruppi che lo abitano o lo frequentano: vi immettono nuovi problemi o contribuiscono a risolverne altri.»²
È opportuno quindi mobilitare il settore privato, quello pubblico e la popolazione in uno sforzo comune di cooperazione, per garantire a livello locale un’offerta di servizi adeguata e politiche culturali in grado di valorizzare il paesaggio e promuoverne l’identità.
¹ Va ricordato però che questa tipologia di parchi non è inserita nell’elenco ufficiale delle aree naturali protette (EUAP), una lista stilata e periodicamente aggiornata dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, contenente tutte le aree naturali protette, sia marine che terrestri, ufficialmente riconosciute.
² Andriello V., Parco Vesuvio: problemi socio-culturali di utenza, in Quaderni vesuviani , n° 4, settembre 1985, p. 82.
Immagine di copertina: Illustrazione di Anna Maria Stefini