
Massimo
Sono le 11 del mattino di un lunedì di ottobre, il classico momento in cui la gran parte di noi sta affrontando a denti stretti il primo scoglio della settimana lavorativa. Massimo, invece, sta camminando lungo la costa vicino a Monopoli, in Puglia. Lo state invidiando? Beh, forse manca ancora un pezzo di storia. Per Massimo, questo è il centocinquantunesimo (sì, 151) giorno di cammino, con una bella ventina di chili di zaino sulle spalle.
Che diavolo gli è saltato in testa?
Come potete immaginare, a Massimo piace camminare. Ma la sua decisione va ben oltre la sua passione: per Massimo, camminare è una preziosa occasione per sensibilizzare persone e raccogliere fondi per cause che gli stanno a cuore.
Questa pazza idea ha le sue radici nell’ormai lontano 2019. Dopo un viaggio fotografico nella zona di Chernobyl, Massimo decide di dare una svolta alla sua vita. Si licenzia dall’azienda dove ha lavorato per 13 anni e parte per un cammino che lo porta da Genova, la sua città natale, a Santiago de Compostela, nel nord della Spagna.
Durante il cammino, Massimo incontra Alessio, un ragazzo di Sacile (Pordenone) affetto da fibrosi cistica. È così che nasce l’idea di un nuovo progetto: percorrere tutta la Via Francigena – da Calais, nel nord della Francia, a Santa Maria di Leuca, in Puglia, passando per Roma – raccogliendo fondi per la Lega Italiana Fibrosi Cistica.

Credits: Massimo Pedersoli
“Vivi Ogni Respiro”
Il progetto di Massimo e Alessio – chiamato “Vivi Ogni Respiro”, in riferimento ai problemi polmonari causati dalla fibrosi cistica – parte con una tratta italiana: da Trieste, dove Alessio è in cura, fino all’ospedale Gaslini di Genova, la città di Massimo. Da lì, a metà giugno, i due prendono un autobus per Calais, all’inizio della Francigena.
Massimo e Alessio attraversano tutta la Francia e da nord a sud, poi anche la Svizzera. Arrivati al Passo del Gran San Bernardo si separano, per poi reincontrarsi a Montefiascone, nel Lazio, e proseguire insieme verso il tacco dello Stivale. I giorni di cammino sono più di 150, la fatica tanta, ma la motivazione ancora di più.
Durante il percorso, tanti incontri – la parte migliore del cammino, dicono i camminatori. Molti di questi incontri sono istituzionali: fermarsi a parlare con le istituzioni e i giornali di paesi e città incrociati sul percorso aiuta a sensibilizzare e a raccogliere fondi. Altri incontri – quelli ancora più belli – sono quelli con altri camminatori. E uno di questi è proprio Daniele…
Daniele
Per Daniele, il giorno zero è il 31 luglio: al Passo del Gran San Bernardo, a 2473 metri sul livello del mare, tutto è pronto per la partenza. Sono passati ormai 16 anni dall’inicidente in motorino che ha cambiato la sua vita. Sfortunatamente, quell’incidente ha compromesso l’uso del suo braccio e della sua mano sinistra, ma fortunatamente non ha compromesso il suo spirito.

Credits: Daniele Matterazzo
La svolta
Dopo un periodo difficile, arriva la svolta: “L’estate scorsa ho preso la decisione di riprendere in mano le redini della mia vita e sono andato a ricercare quei pezzettini di me che avevo perso e lasciato indietro in questi anni” – dice Daniele.
E allora si parte: un mese nella penisola iberica sul Cammino di Santiago (“l’esperienza più grande e bella della mia vita”), la scoperta del cammino come via di cura per la mente e per l’anima, e una decisione: camminare non solo per se stesso, ma anche e soprattutto per aiutare gli altri.
Il Cammino per Salus Pueri
Nasce così “Il Cammino per Salus Pueri”, il progetto di Daniele. Il piano è quello di percorrere la Via Francigena italiana, zainone in spalla, dal San Bernardo a Roma in un mese circa. Lo scopo benefico? Raccogliere fondi per la Pediatria di Padova, dove Daniele è stato premurosamente curato (6 mesi di ospedale e 14 interventi per ricostruire il braccio), e dove tanti bambini e ragazzi vengono aiutati ogni giorno.
“Sento il dovere di condividere ciò che ho ricevuto e sto continuando a ricevere testimoniando che tutte le difficoltà possono essere affrontate e che c’è sempre un modo per reagire. C’è voluto tempo… tanto tempo: questo è il mio modo per riemergere… camminare!”.
L’unione fa la forza
L’11 agosto, Massimo e Daniele si incontrano vicino a Piacenza. La scintilla scatta subito, e il giorno dopo i due si presentano insieme a un incontro istituzionale a Piacenza. Piccolo aneddoto: in origine, l’incontro era stato organizzato per Daniele. Appena conosce Massimo, però, Daniele gli propone di aggiungersi, in modo da dare visibilità a entrambe la cause. A distanza di oltre due mesi, Massimo ricorda ancora con piacere quel momento. Purtroppo, a volte anche nel campo della beneficenza si scatenano dinamiche di competizione – racconta Massimo. Tra lui e Daniele, però, c’è solo sintonia.

Credits: Daniele Matterazzo
Con semplicità e naturalezza, i due iniziano a camminare insieme, aiutandosi a vicenda nel portare avanti le loro cause e sviluppando una bellissima amicizia. Nel lungo tragitto da Piacenza a Roma, Daniele e Massimo condividono una marea di esperienze – lunghe chiacchierate, tanti incontri, e qualche aneddoto divertente (se qualcuno ti ospita per pranzo e prepara qualcosa che non è proprio di tuo gradimento… tocca mangiarlo comunque, seppur con poca convinzione!).
Ora che il cammino di Daniele si è concluso e che quello di Massimo sta per finire, il messaggio che i due ragazzi vogliono far passare è chiaro: uniti si può fare di più, in cammino come nella vita. Alla fine, è proprio questo il principio che sta alla base della beneficenza. Vuoi unirti anche tu?
Contatti e donazioni
Massimo: Walking for Charity
Instagram @walkingforcharity
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Daniele
Instagram @il_cammino_per_salus_pueri
Facebook @alternactive.trekker
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