Foto di striscione a manifestazione Fridays For Future a Milano per Pre Cop 26

Dalle Cop alle strade. Un altro mondo è necessario.

Cronache dal corteo del 1 ottobre di Fridays for Future e alcune considerazioni sulla settimana della Pre-Cop sul cambiamento climatico che ha animato Milano.

Sabato 2 ottobre si sono conclusi i lavori della Pre-Cop di Milano, l’incontro preparatorio per la vera e propria Cop che si terrà a Glasgow a novembre. Acronimo di Conference of Parties, la Cop è la riunione annuale a cui partecipano i rappresentanti degli stati che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. La Convenzione è un trattato internazionale con cui i Paesi firmatari si impegnano a limitare le emissioni di gas serra. Essa non pone limiti, ma procede attraverso l’approvazione di accordi teoricamente vincolanti, per intenderci è stata la base per la firma del protocollo di Kyoto negli anni ‘90 e degli accordi di Parigi nel 2015. A Glasgow i capi di stato s riuniranno per la ventiseiesima volta per discutere di cambiamento climatico, e forse mai come quest’anno l’incontro viene investito di una responsabilità storica.

Infatti, negli ultimi due anni i cambiamenti climatici e gli effetti ad essi collegati sono stati ripetutamente in prima pagina ed avvertiti da un numero sempre maggiore di persone. Già la Pre-Cop di Milano è stata posta sotto i riflettori della stampa e degli attivisti per la giustizia climatica. La conferenza ha infatti ospitato anche un’altra serie di eventi sul tema del clima, tra cui la Youth4Climate, la riunione di circa 400 delegati internazionali, di età tra i 15 ed i 29 anni, che ha stilato e presentato ai ministri della Conferenza un documento con una serie di richieste e l’appello ad agire per fermare il cambiamento climatico (qui i passaggi principali). Proprio la discussione tra i leader mondiali ed i giovani delegati è stata particolarmente seguita, ed il dibattito sulle proposte avanzate dai giovani è stato molto più acceso che quello sulle azioni (?) dei governi.

Striscione di RiseUp4Climate fuori da Piazza Affari a Milano durante manifestazione per Pre Cop 26
La sede di Piazza Affari bloccata durante la manifestazione.

A tenere banco sono state infatti le parole di attiviste come Vanessa Nakate e Greta Thunberg, che hanno accusato i politici di pavidità ed inazione: la sua accusa di sentire solo “bla bla bla” è diventata subito virale (qui il video del suo discorso). Questa è una prima novità, infatti, mai le istanze che provengono dall’esterno dei palazzi erano entrate con questa forza e visibilità negli incontri ufficiali. La segretaria dell’agenzia Onu per il clima l’ha detto esplicitamente: <<Contiamo sulla vostra energia. Le vostre voci contano davvero>>. E, almeno a parole, il cammino sembra tracciato dagli attivisti: nonostante le loro richieste siano tutt’altro che moderate, i leader mondiali sono stati costretti a riconoscere la verità delle loro affermazioni. Draghi ha affermato: “Avete ragione a chiedere responsabilità” ed anche il primo ministro inglese Johnson ha confermato la necessità di ascoltare gli e le attiviste.

Dopo questi incontri, non privi di qualche momento di tensione, è arrivata venerdì la manifestazione indetta da Fridays For Future, il movimento degli studenti per la giustizia climatica che ormai da anni cresce e si mobilita per smuovere i potenti della terra. Un corteo festoso ed enorme, si parla di più di cinquantamila persone, sicuramente il più grande dallo scoppio della pandemia, si è mosso per le strade di Milano. Aperto dallo striscione Another world is necessary, ha visto la partecipazione di numerose sigle e collettivi. Il percorso ha toccato anche la piazza della borsa, occupata dalla sera prima dalla piattaforma Rise Up 4 Climate, per denunciare la connivenza tra le istituzioni finanziarie e le grandi imprese inquinanti, per arrivare dopo un lungo percorso nei pressi del MiCo, il centro conferenze dove si svolgevano i lavori della Pre-Cop.

grande manifestazione di Fridays for Future a Milano per Pre Cop 26
La folla durante la manifestazione.

Qui si sono susseguiti gli interventi degli attivisti internazionali e nazionali di Fridays for Future. Il comune denominatore dei discorsi è stato il rifiuto dell’attuale modello di sviluppo e la consapevolezza che, nonostante le belle parole dei leader mondiali, non si può più aspettare passivamente che agiscano. “Hope comes from the streets”, la speranza viene dalle strade, non dai palazzi del potere, questa è stata la chiusura dell’intervento di Greta Thunberg. Solo le mobilitazioni e le azioni di disobbedienza civile sono viste come realmente capaci di far finalmente muovere i governi. Nonostante gli attacchi di alcuni osservatori, che accusano i manifestanti di essere confusi e poco concreti (anche il ministro Cingolani, dall’alto del suo finora nullo operato, ha avuto il coraggio di dire che il discorso di Greta è stato “poco concreto”, qui il video), la consapevolezza di dover cambiare integralmente il sistema di produzione e vita non è un ribellismo naif. In nessun intervento si è registrato ottimismo né fiducia nelle istituzioni, ma la consapevolezza che il percorso sarà lungo e duro, e che solo la lotta e la determinazione delle persone potranno portare al cambiamento “necessario”.

Per ora, alle parole dei governanti ancora non sono seguite azioni conformi, anzi, Johnson ha recentemente messo in campo un nuovo piano di estrazione petrolifera nei mari della Scozia, ed allo stesso modo, a maggio di quest’anno, l’Italia ha approvato nuovi impianti di trivellazione per il gas nell’Adriatico. Eppure, forse qualcosa sta davvero cambiando, solo e soltanto grazie alle mobilitazioni popolari: fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile che giovani attivisti venissero accolti ed ascoltati nei palazzi del potere e che le loro proposte fossero riconosciute come vere ed ineludibili. Una nuova consapevolezza sembra farsi strada. Ora alle parole dovranno seguire i fatti, ma una cosa è certa: il nuovo movimento ambientalista non ha alcuna intenzione di fermarsi (già il giorno dopo era di nuovo in piazza) ed a Glasgow promette di farsi sentire più che mai. Il tempo per accontentarsi delle belle dichiarazioni è finito, una generazione intera promette di essere ingovernabile se non arriveranno azioni concrete.

Immagine di copertina: Striscione alla manifestazione di Fridays for Future dell’1/10. Foto di Andrea Ferrari.

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