
Ringrazio di cuore Margherita Bicocchi e Licia Vignotto, rispettivamente responsabile dei volontari di Interno Verde 2021 e co-founder de Ilturco, che, attraverso un’intervista, ci hanno rivelato le robuste e coerenti radici di Interno Verde.
Ilturco è un’associazione ferrarese di promozione socio-culturale, attiva dal 2015, che ha rivelato le proprie intenzioni fin da subito, inaugurando ad aprile 2016 un coworking all’interno di un cassero dimesso, di proprietà di un privato e del tutto ripristinato dai soci. La prospettiva che accompagna fedelmente l’associazione è proprio questa: ridare vita nuova a luoghi privati inaccessibili per consegnarli nelle mani della collettività che, altrimenti, non avrebbe modo di fruirne. La portata rivoluzionaria del Ilturco consiste nell’aver catturato l’ondata attuale del recupero e della trasformazione di spazi pubblici ed averla adeguata alle necessità della città di Ferrara, ricca di inesplorati patrimoni storico-artistici di proprietà di privati che, sia per ragioni economiche che tempistiche, riescono a preservarli con difficoltà.
Sulla scia di questa dichiarazione di intenti, dal 2016 Ilturco realizza, con cadenza annuale, il festival Interno Verde, due giorni accordati alla collettività per scoprire i giardini privati del centro storico (e non solo) che, fino ad oggi, ha coinvolto le città di Ferrara, di Mantova e, dall’edizione 2021, di Parma.
Come fa l’associazione a individuare i giardini cittadini da coinvolgere per la manifestazione di Interno Verde? Prima di tutto, per stanare aree verdi nascoste, Ilturco si arma della visione aerea di Google Maps, poi, a seguire, contatta i relativi proprietari – l’ultima spiaggia è andare a citofonarli personalmente – e, qualora diano il proprio consenso, avviarli attivamente al festival. Ci sono due questioni cruciali su cui sia Licia che Margherita hanno voluto insistere durante l’intervista: cosa significa “movimentare” una dimensione urbana e cosa comporta offrire il proprio spazio privato alla cittadinanza.

Sul primo aspetto è chiaro come, negli ultimi anni, il binomio cultura e dimensione urbana abbia assunto una funzione centrale per uno sviluppo critico delle città: il consumo culturale – consapevole o meno che sia – ha favorito il processo di rigenerazione urbana, sia in termini di miglioramento concreto delle aree interessate sia in termini di valorizzazione del settore artistico che, spesso, non trova terreno dove svilupparsi.
Interno Verde è, dunque, un’esperienza adattiva, da intendersi come realtà in grado di “movimentare” su più piani un’area urbana, raccogliendo sia il patrimonio artistico inaccessibile sia l’entusiasmo dei proprietari di questi spazi privati, al fine di presentare il frutto della collaborazione alla collettività nella sua interezza. Le statistiche dell’associazione, infatti, mostrano come i fruitori del festival siano eterogenei e appartengano a tutte le fasce d’età. Per garantire l’accessibilità a tutti – anche alle persone con disabilità – vengono forniti sia una mappa dei giardini visitabili sia il libro, essenza del duro lavoro dell’associazione e comprensivo di fitte descrizioni, di immagini storiche scovate negli archivi personali dei proprietari e di ricerche realizzate dai ragazzi (e che va a ruba ogni anno, quindi, qualora vogliate partecipare agite d’anticipo!).
Per smuovere in modo più incisivo e coerente la cittadinanza, Ilturco sensibilizza i propri ospiti alla sostenibilità ambientale dando dimostrazione di come sia possibile coniugare tale concezione con il mondo dell’arte. Da un lato, attraverso l’assortimento dei materiali scelti per Interno Verde, dalle magliette fair trade alla carta FSC, fino ad arrivare al nuovo font ApfelBruckt utilizzato per i libri dal 2021, che garantisce una riduzione del 18% dell’inchiostro utilizzato. Dall’altro, limitando gli spostamenti inquinanti durante le due giornate e incentivando la slow mobility per esempio tramite il noleggio di biciclette, l’utilizzo della mappa – MetroMinuto – che specifica le tempistiche necessarie per attraversare la città e i trasporti tramite treno (in particolare per Esterno Verde Ferrara 2021, che ha coinvolto itinerari nel paesaggio rurale estense fra ville, case coloniche e idrovore).

Il secondo aspetto – su cui Licia si è a lungo soffermata durante l’intervista – è la portata individuale dell’accogliere l’Esterno nel proprio spazio privato e, per converso, la consapevolezza dell’accolto di “invadere” l’intimità di uno spazio privato altrui. A ben pensarci, nell’eterno conflitto uomo-natura, il giardino è il solo spazio naturale che l’uomo è in grado di governare e di preservare da eventuali minacce.
Aprire il proprio giardino all’Esterno significa soprattutto abbassare le difese rispetto all’Altro. Soprattutto nelle ultime due edizioni tale aspetto è stato ancora più delicato in ragione del periodo storico, dove l’avvicinarsi dei corpi è stato visto con sospetto e dove vi è stato un ulteriore distanziamento fra sfera privata e sfera pubblica. Tuttavia, nonostante le difficoltà determinate dalla necessità di esibire il green pass per poter partecipare alla manifestazione e dagli ingressi contingentati nei singoli giardini, la socialità inclusiva voluta dagli organizzatori del festival si è comunque realizzata. Infatti, per Ilturco, oltre che promuovere la bellezza delle aree verdi nascoste, è fondamentale favorire una spontanea socialità, resa possibile attraverso concerti en plein air nei giardini o una tazza di tè offerta dai proprietari.

Ulteriore esempio di come Interno Verde abbia realizzato una maggiore interazione (e quindi vicinanza) fra parti sociali è stata la visita guidata – destinata ai soli maggiorenni – che, in via eccezionale, ha aperto al pubblico GaleOrto, l’orto della Casa Circondariale di Ferrara e parte del percorso di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, promosso dall’Associazione Viale K e dall’Amministrazione Penitenziaria.
Attraverso questi due direttrici Interno Verde concretizza una prospettiva originale di giardino, che incarna «la co-dipendenza dell’esistenza umana e al profondo terreno del mondo, un’epifania del rapporto dell’uomo con il mistero» come David E. Cooper riporta in Una filosofia dei giardini. E’ proprio a questo mistero che Interno Verde vuole aprire i suoi visitatori, al di là della cura e dell’estetica del giardino. Non vi resta che farvi catturare assolutamente dalla prossima edizione di Interno Verde: che sia arrivato finalmente il turno anche della città di Brescia?