
Sofia Cavalleri, ricercatrice ambientale e Marta Giavoni, biologa nutrizionista, uniscono le forze per creare una bussola magica e semplificare le scelte dei consumatori che vogliono adottare una dieta sana e sostenibile (ta-daaa):

Innanzitutto ci teniamo a precisare che non esiste una sola “dieta sostenibile”, ma ne esistono molteplici, a seconda delle nostre caratteristiche fisiche, personali e preferenze ideologiche. Nel campo accademico e della ricerca, la Commissione EAT-Lancet ha recentemente pubblicato uno studio interdisciplinare intitolato “Food in the Anthropocene: the Eat-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems”. Inoltre, la FAO ha definito il concetto di “dieta sostenibile” come il consumo di “cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ricco di cibi locali e tradizionali, equo e accessibile per tutti.” Numerosi passi sono stati fatti per raggiungere una “dieta sostenibile”, ai quali noi vorremmo aggiungere il nostro piccolo contributo, semplificando e sintetizzando la nostra ricerca ed esperienza professionale con un approccio intuitivo e visuale.
Detto ciò, partiamo dal fatto che la cosa più sostenibile al mondo è il concetto di SALUTE, dato che una persona non in salute è del tutto insostenibile sotto diversi punti di vista: necessita di farmaci, pesa sul sistema sanitario e ha un impatto sul contesto socio-economico nel quale è inserita. Ovviamente, ci teniamo a precisare che molte condizioni mediche sono inevitabili in quanto ereditarie o genetiche. Ma il punto sul quale vogliamo soffermarci è che se ci manteniamo in salute con una buona alimentazione e uno stile di vita attivo, abbiamo già in partenza una tattica vincente.
In secondo luogo, bisogna considerare le nostre scelte etiche o ideologiche e come le possiamo integrare nel nostro regime alimentare: non è necessario diventare vegani dall’oggi al domani per fare dei passi nel mondo della sostenibilità. Andare cauti ma essere costanti è il più bel regalo che ci possiamo fare. Infine, vanno considerati contemporaneamente, con un approccio olistico, anche il contesto geografico e socio-culturale nel quale ci troviamo nonché altri fattori esterni che non possiamo del tutto controllare (esempio: COVID-19) ma che giocano un ruolo importante nelle nostre scelte come consumatori.
Con questo articolo vogliamo sfidarvi a considerare la “dieta sostenibile” non come un dogma, ma come un viaggio individuale. Questa è un’avventura quotidiana che ci può portare ad esplorare non solo noi stessi e la nostra salute, ma anche la dimensione locale nella quale siamo immersi, per riscoprire le tradizioni connesse al cibo e alle ricette regionali tramandate di generazione in generazione, trovare i prodotti di stagione e conoscere direttamente i contadini che li coltivano.
Salute e ambiente sono dimensioni interconnesse!
3 rotte per la salute: “doppia piramide”, stagionalità, movimento.
Per quanto riguarda la parte relativa alla salute nella bussola, vorremmo focalizzarci su tre rotte o componenti. Quando facciamo una scelta alimentare, dovremmo considerare sempre la piramide invertita (o doppia piramide), i prodotti di stagione e il movimento (o stile di vita attivo).
In primis: abbiamo tutti visto la piramide alimentare almeno una volta nella vita. Ma vi siete mai imbattuti nella DOPPIA PIRAMIDE o piramide invertita?

Questa è stata sviluppata dal Barilla Center for Food and Nutrition e “illustra la relazione inversa fra gli alimenti con un alto valore nutrizionale e il loro impatto sull’ambiente: gli alimenti a minore impatto ambientale sono gli stessi per i quali i nutrizionisti consigliano un consumo maggiore, mentre quelli con un’impronta ambientale più marcata sull’ambiente vanno consumati con moderazione”. È importante dunque tenerla in considerazione per ricalibrare la nostra dieta di conseguenza.
Secondo punto: privilegiare frutta, verdura e prodotti DI STAGIONE. Questo è piuttosto intuitivo ma si basa su una forte connessione con il proprio territorio. Cosa cresce in questo periodo nella mia regione? Più acquistiamo prodotti di stagione e più trarremo beneficio non solo a livello ambientale abbassando le emissioni di CO2 legate al trasporto di merci, ma anche a livello di salute, in quanto consumare cibo di stagione vuol dire consumare cibo con un valore nutrizionale migliore. Tradotto, vuol dire cibo più gustoso e con un apporto di micronutrienti maggiore, in linea generale.
Terzo punto: MOVIMENTO. Il concetto di salute è connesso al movimento. E se lo si fa all’aria aperta, si avrà molta più coscienza dei problemi che ci sono intorno a noi (ad esempio: mancanza di zone d’ombra, mancanza di fontanelle pubbliche comunali, mancanza di piste ciclabili, eccesso di smog, eccetera) e ci si batterà per essi con un atteggiamento di cittadinanza attiva. Fare movimento all’aria aperta può andare dalla passeggiata in piazza, alla corsetta vicino a casa, alla camminata sul lago di Garda e ci trasmetterà amore per il nostro territorio e un senso di connessione con esso. Questo ci porterà ad essere più attenti nelle nostre scelte come consumatori responsabili, anche per amore di quello che abbiamo sperimentato e provato facendo movimento.

3 rotte per l’ambiente: CHI, COME, DOVE.
Le tre domande chiave quando si tratta di ambiente e scelte alimentari sostenibili sono: CHI? COME? DOVE?
CHI ha prodotto il mio cibo? Qui ci concentriamo sull’aspetto etico e sociale. Chi stiamo sostenendo direttamente come consumatori? I contadini locali o le grandi aziende agricole internazionali? Che tipo di agricoltura stiamo supportando? Una che utilizza pesticidi o un approccio più naturale?
COME è stato prodotto il mio cibo? Siamo quello che mangiamo. E se quello che mangiamo è stato prodotto utilizzando pesticidi, o in modo meno invasivo seguendo i principi biologici di permacultura e agroecologia, stiamo mangiando qualcosa di completamente diverso. Altre domande chiave che ci si deve porre qui sono: quanta PLASTICA viene utilizzata per il packaging di questo cibo? Molto spesso dobbiamo rivolgerci al nostro mercato dei contadini o km 0 per trovare finalmente un approccio più sostenibile.
DOVE è stato prodotto il mio cibo? Con l’angoscia sociale di essere “perfettamente vegani” per salvare il pianeta, potremmo non prendere in considerazione domande ben più importanti. Ad esempio: in questo toast 100% vegano l’avocado proviene dal sud America. Quanta CO2 è stata emessa per trasportarlo fino al mio piatto? Forse è più sostenibile consumare un uovo del mio contadino di fiducia che alleva galline a terra? Non esiste sempre una soluzione perfetta, ma bisogna considerare i trade-off. E questo punto si riconnette all’aspetto “privilegiare prodotti di stagione”, menzionato precedentemente.

Troppe informazioni? Ti senti perso? In questo mondo complesso, ci troviamo a fare scelte ogni giorno, e non è sempre facile capire cosa è meglio acquistare per noi e per l’ambiente. Ma pensiamo che questa sia un’avventura fantastica, e che questa bussola ti possa aiutare a ritrovare la TUA retta via.
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Sofia Cavalleri (@sofilleri) e Marta Giavoni (@choosetobeactive).
In caso voleste approfondire questo argomento, potete leggere il blog scritto da Sofia e altri ricercatori di SEI e CIFOR e il blog di Marta.