La sfida di MUGO contro il cambiamento climatico

È possibile calcolare le tonnellate di gas serra che produciamo? Le nostre scelte fino a che punto sono inconsapevoli? La startup MUGO accoglie questa sfida, mettendo in campo una piattaforma digitale per far fronte all’emergenza del cambiamento climatico.

E se la neve fosse rosa? Nulla di nuovo, tenendo conto che si tratta di un fenomeno naturale, frequente durante i mesi estivi persino ai Poli. Preoccupa invece il fatto che, dietro queste suggestive distese color pastello, si nasconda l’alga Chlamydomonas nivalis, organismo favorito delle temperature elevate e responsabile della fusione e del ritiro dei ghiacci. Si tratta di un’alga non pericolosa, ma in grado di accelerare l’assorbimento delle radiazioni per lo scurimento della neve, peraltro già compromessa dalle particelle incombuste di carbonio nero.

Neve rosa attorno alla Vernadsky Rearch Base sull’isola antartica di Galindez. Foto FB Ministero dell’Educazione e della Scienza d’Ucraina

Le continue emissioni di gas serra, responsabili a lungo andare di danni irreversibili a specie animali, habitat e popolazioni di zone più vulnerabili e povere, stanno minacciando il clima del pianeta. A questo scempio umano si sommano i dati messi a disposizione dal progetto brasiliano PRODES, dal quale emergerebbe, tra il 2016 e il 2018, una deforestazione di più di 21mila chilometri quadrati di suolo. Dati sconcertanti che non possono non riguardarci in prima persona, per quanto non direttamente coinvolti in protocolli internazionali o cariche ministeriali, scarabocchiati per anni sui libri di geografia, insieme alla canna da zucchero, al capitolo degli ogm o della foresta di conifere.

Oggi la tecnologia fornisce strumenti innovativi e soluzioni capaci di responsabilizzare il singolo e renderlo protagonista agente, non più inerte. Ed è questa la mission che si propone MUGO, una s. r. l. Startup Innovativa, frutto del lavoro di un team giovane, pronto a rispondere concretamente alla minaccia climatica. L’obiettivo è quello di dar vita alla prima generazione carbon neutral, ovvero di consumatori a impatto zero sul clima.

Homepage della piattaforma MUGO

È possibile infatti misurare, sulla piattaforma online www.mugoclimate.com , la carbon footprint dell’utente, vale a dire l’impatto che le sue emissioni di gas serra hanno sul clima. Basta rispondere a poche semplici domande per calcolarne il valore, espresso in tonnellate di CO2 equivalenti. I fattori presi in considerazione sono innanzitutto la regione e il paese di provenienza (con i rispettivi valori pro capite di consumo), la metratura delle abitazioni, il tipo di alimentazione e le modalità di spostamento abituali.

Perché proprio il nome MUGO?

MUGO deve il suo nome all’ arbusto sempreverde (Pinus Mugo), un piccolo albero, tipico delle Alpi e delle Prealpi calcaree, in grado di assorbire anidride carbonica in quantità notevoli. 

Questa startup infatti dà a tutti la possibilità di compensare, ovvero finanziare progetti certificati, realizzati sia in Italia che all’estero, impegnati nella riduzione e nella rimozione di anidride carbonica nell’atmosfera. È il caso per esempio di WOWnature (www.wownature.eu), iniziativa che tutela gli equilibri fra uomo e sistemi naturali, permettendo le adozioni di alberi e il ripristino di boschi danneggiati.  

Sempre di riforestazione e gestione forestale si occupa poi Phoresta (www.phoresta.org), associazione no profit che persegue il valore della biodiversità e della sostenibilità ambientale. Il progetto di rimboscamento si colloca a soli 15 km dal centro di Bologna, dove si estende una vasta area, di 17 ettari complessivi, provvista di 390 specie di alberi e 650 di arbusti. Un polmone verde, cuore di un ecosistema italiano, che favorisce la nidificazione, l’approvvigionamento e la riproduzione di una fauna locale da tutelare.

Area di riforestazione della Val di Fiemme (Trentino) a opera di WOWnature, uno dei progetti di compensazione presente sulla piattaforma MUGO

Un altro progetto promosso è quello di Ripple Africa (www.rippleafrica.org), attivo dal 2003 per la sperimentazione di fornelli a basso consumo in East Africa. Questi fornelli, funzionanti utilizzando un solo fascio di legna a settimana, sono in grado di favorire una cottura più sicura e meno emissioni di CO2. I volontari di ogni villaggio del Malawi (in East Africa) vengono così formati per collaborare con le comunità locali nella costruzione dei fornelli e nel monitoraggio delle informazioni su database.

L’obiettivo infatti è quello di aiutare le popolazioni locali a garantire un futuro sostenibile alla propria terra, tenendo conto dei delicati equilibri ambientali. Si tratta proprio di una ONG inglese, la prima peraltro a collaborare con MUGO, il cui operato, certificato dalle Nazioni Unite, permette una riduzione notevole delle emissioni annuali di CO2, pari a 100.000 tonnellate.

Secondo L’IPCC (Intergovernmental Panel on ClimateChange) è fondamentale mantenere la temperatura media globale sotto la soglia di 1,5 gradi per contenere gli effetti del riscaldamento globale.
Uno dei contenuti della pagina instagram: @mugo_climate

Lavorare in una Startup che opera nella sostenibilità è una scommessa coraggiosa in Italia. Nel team MUGO lavora anche una giovane bresciana che si è offerta di condividere con noi il suo punto di vista:

Beatrice, classe 1995, ci racconta la sua esperienza lavorativa nella Startup MUGO, in qualità di Marketing&Content strategist. «Durante il lockdown di marzo ho riscoperto un certo interesse per le tematiche ambientali e climatiche» ci spiega Beatrice: «Già nel 2018 avevo collaborato attivamente alla realizzazione di un festival eco-sostenibile, iniziativa multidisciplinare per la tutela dei mari. Un’esperienza che mi ha dato modo di riflettere sulla poca serietà riposta dall’uomo nella gestione del pianeta».

Beatrice ha quindi accettato con entusiasmo la scommessa del team di Mugo: «Mi piace l’idea di far parte di un team piccolo, ma con un obiettivo molto ambizioso, non solo di business, ma anche sociale» conclude poi: «Nonostante le difficoltà di questi mesi, non sono mancate le soddisfazioni; abbiamo lavorato tanto e sono sempre più convinta che il 2021 possa essere l’anno giusto per il vero decollo di questo progetto».

Non rimane quindi che cliccare su www.mugoclimate.com e scoprire quanto il nostro stile di vita incida sugli equilibri climatici. Che sia forse giunto il momento di rivalutare qualche scelta?

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