Piccola visita guidata al Santuario della Spiga a Quinzanello

Prontǝ per un tuffo nell’arte della Bassa Bresciana?

Se, mentre sfrecciavate in auto per la statale che collega Brescia a Cremona, vi siete sentitǝ nel mezzo del nulla e avete sbuffato, chiedendovi: «Uffa, ma quando finisce?», sappiate che capisco la sensazione. Attenzione, però! Dopo questa gitarella virtuale, potrebbe venirvi voglia di scoprire di più sui paesi delle Terre Basse.

Siamo a Quinzanello, un piccolo borgo rurale di antica fondazione, attuale frazione del Comune di Dello. Questo paese vanta non solo una chiesa parrocchiale settecentesca, ben tenuta e con un interessante apparato decorativo, ma anche un santuario, che oggi diventerà l’oggetto del nostro interesse.

A meno di 1 km a sud dell’abitato si vede svettare un campanile: è quello del Santuario della Madonna della Spiga. Si tratta di un edificio in mattoni rossi, ad aula unica (l’abbiamo vista qui), con due altari – quello principale e uno laterale, sulla parete settentrionale. L’entrata nello spazio sacro è preceduta da un bel portico, al quale si accede dal lato meridionale.

Questo Santuario è citato nei documenti storici già nel 1410, cosa che rende gli studi concordi nel collocarne la fondazione alla seconda metà del Trecento. I volumi attuali dell’edificio, tuttavia, sono frutto di ampliamenti realizzati a partire dalla metà del Cinquecento.

«Ok, è antica, ma cos’avrà mai di così interessante?»
Il mio interesse per questo Santuario è dato principalmente dalla decorazione pittorica delle pareti. Ebbene sì, questa chiesina in mezzo ai campi possiede una serie di pitture degne di nota.

Procediamo però con ordine: a cosa si deve la sua dedicazione?

Nel Trecento vi fu una grande carestia, che – come tutte le catastrofi – stava mettendo in ginocchio il piccolo borgo di Quinzanello.
Un giorno un giovane muto si trovava a meno di 1 km a sud del piccolo borgo e guardava desolato i campi secchi e improduttivi. A un certo punto gli apparve la Vergine Maria, che non solo gli stava sorridendo, ma pure reggeva tra le mani delle rigogliosissime spighe di grano.
Il giovane capì il messaggio come solo coloro che hanno delle apparizioni sanno capire e ritornò al piccolo borgo di corsa per dire a tutti che la carestia stava per finire. Ma come avrebbe potuto parlare, se era muto? Beh, infatti il miracolo cominciò dando la parola al giovane e continuò dando da mangiare a tutto il paese.
E fu così che fu eretto un Santuario come ex-Voto alla Vergine, nel luogo in cui avvenne l’apparizione.

Il tema degli ex-voto è costante nella storia di questo Santuario: le pitture che ne decorano il portico, infatti, sono proprio questo, cioè degli oggetti offerti per ringraziare una o più divinità di una grazia ricevuta (sono infatti spesso accompagnati dalla sigla «P.G.R.», che significa «Per Grazia Ricevuta»). 

Guardando la facciata del Santuario, vediamo una serie di scene inquadrate: si contano cinque Madonne con Bambino (due di queste sono sedute in trono e affiancate da due figure, in un caso i committenti dell’ex-voto e nell’altro caso figure di Santi) e un Sant’Antonio Abate. La parete a sinistra della facciata, che risulta essere un arco del portico tamponato, vede rappresentate due figure non identificate; si tratta di un soldato romano che regge un drappo rosso (San Fermo? Ma dove sta l’aureola?), ai cui piedi riposa un bue, e di un Santo anziano (un altro Sant’Antonio Abate? Po’ esse, ma chissà). 

Queste scene sono isolate, non fanno parte di un racconto, proprio perché sono offerte votive. In pratica, dobbiamo immaginarci che siano state fatte una alla volta, a distanza di tempo l’una dall’altra e in base allo spazio – e ai soldi – che si aveva a disposizione per realizzarle. Per questo motivo è difficile datare in modo preciso ogni scena, ma si può dire – soprattutto grazie alle fonti scritte – che sono collocabili tra la seconda metà del XVI e l’inizio del XVII secolo.

Dettaglio della facciata con la scena del soldato romano e del Santo. Notate il profilo dell’arco originale, che è stato letteralmente “tappato” da un muro? Caratteristica l’apertura per la raccolta delle offerte.

Una serie di tondi
Come si può vedere, per esempio, nell’immagine qui sopra, è stata dipinta una serie di tondi tra le aperture degli archi del portico. Ogni scena è circoscritta da una spessa fascia rossa e questa stessa fascia unisce ogni tondo, decorando graziosamente il profilo superiore dell’arco.
Purtroppo il passare del tempo e le intemperie non hanno risparmiato le scene dipinte all’interno di questi tondi, pertanto leggerle sembra un’impresa impossibile.

Un cenno alle pitture dell’interno
Le pareti e la volta sono state oggetto di una campagna decorativa ottocentesca. Le pareti presentano un’uniforme tinta giallo-rosata; la volta stellata è opera del pittore Antonio Del Pero, che la realizzò nel 1893. Si ascrivono alla stessa mano le decorazioni delle lunette a sesto acuto, nelle quali sono rappresentate le iconografie legate ad alcuni Nomi della Madonna.
Risulta attualmente sfuggita alla campagna ottocentesca la porzione di muro adiacente al campanile, sulla quale si possono apprezzare le tracce della prima campagna pittorica della chiesa.

Dettaglio della volta dell’abside, dipinta durante la campagna del 1893 da Antonio del Pero.

Le due pale d’altare non sono di particolare pregio artistico, ma sono racchiuse ciascuna in una cornice lignea con intagli degni di nota. La pala dell’altare maggiore raffigura il Miracolo della Madonna della Spiga (la piccola figura vestita di rosso, nell’angolo inferiore sinistro, è il committente del dipinto). Non vi sono fonti antiche che la nominino, pertanto è solo un’ipotesi quella che la vede dipinta verso la fine del XVI secolo.
Allo stesso modo il dipinto sull’altare laterale, che rappresenta un’Incoronazione della Vergine (forse la figura barbuta nell’angolo inferiore destro è anche in questo caso il committente), è stato collocato tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento per affinità stilistiche con la pittura bresciana del periodo. 

E qui finisce la nostra gita
Cosa ne dite? Avete dei luoghi del cuore che vi piacerebbe visitare “virtualmente”?
Fatemelo sapere nei commenti o scrivendo a echoraffiche@gmail.com !

Immagine di copertina: Vista frontale del Santuario di Santa Maria della Spiga in Quinzanello (Credits: FIAB Brescia).

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