Raffaello: Vademecum per la storia dell’incisione

Che cos’è un’incisione? Cosa s’intende per stampa? L’imperdibile mostra di Raffaello al Museo Santa Giulia di Brescia dà risposta a tante curiosità, offrendo spunti di riflessione

Se è vero che la Storia insegna a conoscere il passato e a comprendere il presente, la Storia dell’Arte, disciplina sorella, opera esattamente allo stesso modo, avvalendosi di manufatti artistici e di invenzioni visive che esprimono il pensiero e il sentimento di un’epoca.

Pochi sanno che la stampa figurativa esisteva già nei secoli passati e chi ne ha sentito parlare spesso ignora la fondamentale centralità che le veniva attribuita. Per comprenderne l’importanza storica, si potrebbe azzardare un paragone con l’impatto che la fotografia ebbe quando venne inventata, con ritmi e modalità differenti e in un contesto temporale diverso. L’epoca in cui la stampa ebbe maggior diffusione, infatti, è a partire dalla fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

La stampa, in nuce, rappresentò ciò che Benjamin¹ teorizzò secoli dopo, negli anni Trenta del Novecento, a proposito della tecnica fotografica: un cambiamento radicale nella modalità di diffusione dei motivi iconografici. Fino ad allora, infatti, questi ultimi venivano tramandati attraverso la visione diretta delle opere o tramite i carnet di disegni di artisti a disposizione delle botteghe.

Con la stampa, nasce quindi l’idea di riproducibilità, contrapposta ai concetti di unicità e irripetibilità ed essenziale per capire, anche oggi, certi fenomeni contemporanei. Basti pensare allo scambio e la condivisione di immagini nella società odierna, ormai basata sulla cultura dell’immagine, o all’idea di copyright, che regola gli stessi.

Questo articolo nasce in seguito a una visita alla mostra in corso al Museo di Santa Giulia di Brescia, intitolata “Raffaello. L’invenzione del divino pittore” (https://www.raffaellocustodidelmito.it/) e visitabile fino al 10 gennaio, salvo chiusure prolungate.

L’obiettivo è quello di fornire qualche spunto di riflessione e di invogliare il lettore a visitarla, comprendendola adeguatamente e apprezzando il valore che essa assume per la nostra città. Infatti, la maggior parte delle opere esposte fa parte della corposa collezione bresciana di stampe conservata presso la Pinacoteca Tosio Martinengo, poco conosciuta e raramente esposta (per consultare date e orari della mostra, si veda il trafiletto in fondo a questo articolo).

Locandina della mostra “Raffaello. L’invenzione del divino pittore”, Museo di Santa Giulia, 2 ottobre 2020 ­– 10 gennaio 2021.

Ma è opportuno procedere con ordine: cos’è esattamente – vi chiederete – la stampa?
Partiamo dalla definizione che ne dà il dizionario Treccani: “stampa” è «l’arte e la tecnica di imprimere e riprodurre, in un alto numero di copie, scritti e disegni, mediante opportuni procedimenti, da una matrice in rilievo, in cavo o in piano». Nel vocabolario corrente, dunque, stampa è il procedimento di riproduzione che segue l’incisione. Quest’ultima può essere fine a sé stessa, come l’incisione su pietre preziose, per esempio i cammei, o può venire utilizzata per riprodurre su altro supporto, solitamente la carta, l’immagine già “incisa” su una lastra metallica o una tavola lignea. Il termine “incisione” sostituisce spesso quello di “stampa” per indicare anche l’oggetto artistico finale.
Esistono molteplici tecniche di stampa ma, per semplificare, ecco citate solo le due principali: il taglio in rilievo e il taglio in cavo. La prima tecnica prevede di “risparmiare” la superficie di stampa, lasciandola a rilievo, in modo che l’inchiostro venga poi steso su di esso. Per approfondire – anche rispetto alle brevi grafiche esplicative poste all’inizio della mostra – si consiglia la visione di video illustrativi delle due maggiori tipologie di taglio in rilievo: la xilografia, su un unico legno e il chiaroscuro, su più legni (https://www.youtube.com/watch?v=QbnEOzutTKI ).
Nella seconda tecnica di taglio in cavo (o calcografia), la superficie di stampa è in cavo su una lastra di metallo incisa e l’inchiostratura si fa in profondità in queste cavità: la carta è forzata nelle cavità sotto la forte pressione di una pressa a rulli, così da far sì che essa assorba l’inchiostro.
I solchi possono essere incisi nel metallo in maniera diretta, come nel caso del bulino (https://www.youtube.com/watch?v=fQvghHs15hA ) e della puntasecca (https://www.youtube.com/watch?v=3mOAAohdwUI ), o indiretta, come nel caso dell’acquaforte (https://www.youtube.com/watch?v=XO8A4kt56wk&t=2s ). Talvolta, esse possono anche essere utilizzate insieme (tecniche miste).

Per quanto riguarda la storia dell’incisione, è necessario distinguere tra gli incisori d’invenzione, gli artisti che inventavano e realizzavano le proprie rappresentazioni artistiche e gli incisori di traduzione, incisori che “traducevano” in forma stampata le invenzioni di altri artisti, solitamente dalla pittura.
È questo il caso di Raffaello, uno dei primi ad organizzare una vera e propria squadra di incisori, incaricati di “tradurre”, appunto, i suoi disegni e le sue opere pittoriche. Ecco, dunque, l’avvento di prodotti artistici creati appositamente per la stampa, come il caso del “Giudizio di Paride, realizzato da Marcantonio Raimondi, o incisioni copiate da famosi quadri al fine di far circolare un particolare schema iconografico,­ come la “Salita al calvario (1517 ca.). È possibile trovare la composizione figurativa della prima opera, a sua volta ispirata a un sarcofago romano, riprodotta in una maiolica di epoca coeva di Guido Durantino e, in un contesto decisamente più nuovo, nel dipinto di Édouard Manet, “Colazione sull’erba”, la cui catena di derivazioni venne ricostruita da Aby Warburg nel suo saggio (https://www.jstor.org/stable/24339078?seq=1#metadata_info_tab_contents) del 1929.
Anche il secondo dipinto, soprannominato lo “Spasimo di Sicilia”, ha una lunga tradizione di trasmissione dell’iconografia, che a sua volta è ispirata da incisioni di autori nordici, quali Martin Schongauer e Albrecht Dürer, grazie alla riproduzione incisoria di Agostino Veneziano. Il tema si ritrova, infatti, in altre innumerevoli opere d’arte (http://www1.unipa.it/tecla/rivista/12_rivista_mercadante.php) come le due maioliche illustrate nell’immagine di copertina.

In alto: cerchia di Guido Durantino, “Il giudizio di Paride”, maiolica dipinta, Fitzwilliam Museum, Cambridge, XVI secolo, e dettaglio. In basso da sinistra: Marcantonio Raimondi, “Il giudizio di Paride”, incisione a bulino e acquaforte, 1513-1515; Édouard Manet, “Colazione sull’erba”, olio su tela, Musée d’Orsay, Paris. Arrangiamento di Paola Croset.

Come l’incisione trasportava, tramandava e diffondeva motivi figurativi, a servizio di altri artisti, così anche la fotografia può svolgere, al giorno d’oggi, il medesimo compito. Un esempio è il capolavoro di videoart “Emergence” (2002) realizzato da Bill Viola (New York, 1951) per la serie “The Passions”, il quale, ispirandosi alla riproduzione fotografica del “Cristo in Pietà” di Masolino, crea una suggestiva successione di fotogrammi della scena sacra reinterpretata (video dell’installazione: https://www.youtube.com/watch?v=RTPf6mHKYD0).

Confronto tra Cristo in pietà di Masolino e un estratto di Emergence di Bill Viola del 2002 (Foto tratta da “Finestre sull’arte”).

Nella speranza di aver stimolato la curiosità del lettore verso un tema così insolito come l’incisione, non rimane che una visita programmata alla mostra… non appena sarà possibile!

 

Raffaello – L’invenzione del divino pittore

A cura di Roberta D’Adda
2 ottobre 2020 ­– 10 gennaio 2021

Indirizzo:  Museo di Santa Giulia. Via Musei, 81/b – 25121 Brescia
Orari:   dalle 10.00 alle 18.00, dal lunedì alla domenica.
Telefono:  030 2977833 – 834
Email:  santagiulia@bresciamusei.com
(Disponibile audioguida)

¹ Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936.
 
Immagine di copertina: da destra, cerchia di Nicola da Urbino, “Ascesa al Calvario”, maiolica dipinta, Museo internazionale delle ceramiche di Faenza; ignoto, “Ascesa al Calvario”, maiolica dipinta, Victoria & Albert Museum, Londra; Agostino Veneziano, incisione dallo Spasimo di Sicilia di Raffaello, bulino, 1517. Arrangiamento di Paola Croset.

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