Echo Raffiche incontra Gener.azioni

Abbiamo intervistato un collettivo di giovan3 di Bagnolo Mella, che organizza eventi su tematiche culturali e sociali di attualità nella bassa bresciana.

È una sera di fine agosto, finalmente è arrivato un po’ di fresco dopo dieci giorni di caldo e afa insopportabili. Ci troviamo per qualche chiacchiera con l3 ragazz3 di Gener.azioni, un gruppo attivo a Bagnolo Mella (BS), piccola cittadina della bassa bresciana. 

 

Che cos’è e chi sono Gener.azioni?

Siamo un collettivo di 9 giovani di Bagnolo Mella e Brescia, tutti under 30, che organizza iniziative di tipo socioculturale sul territorio; ci piace promuovere un’idea di cittadinanza attiva. Anche se alle nostre iniziative hanno partecipato persone di tutte le età ci rivolgiamo soprattutto all3 giovani perché siamo spesso considerat3 una fascia d’età passiva.
Uno dei nostri obiettivi nel breve termine è quello di diventare un’associazione.

logo di Gener.azioni

Per quali motivi avete deciso di mettervi in gioco?

Siamo nat3 ad ottobre 2021, non in contesto post-Covid ma post elezioni comunali; ci siamo interrogat3 su quelle che erano proposte rivolte alla nostra fascia d’età, accorgendoci che c’erano pochi stimoli socioculturali. Abbiamo deciso di rimboccarci le maniche proponendo qualcosa per riuscire a fare rete e coinvolgere più gente possibile.

Negli ultimi anni ci siamo res3 conto che oltre alle proposte educative dell’oratorio non ci sono stimoli culturali o di intrattenimento e quindi abbiamo cercato di smuovere qualcosa.

 

Non è facile fare attivismo, e ancor di meno in provincia. Che contesto è quello in cui agite?

«Andarsene con mille sogni e ritornare senza / ma la provincia crea dipendenza / se non ci sei nato non lo puoi capire». (Pisa Merda, Zen Circus)

Questa citazione riassume un po’ la nostra storia: molti di noi vivono in città diverse, ma torniamo nel contesto dal quale siamo partit3 che comunque ci ha dato qualcosa e cerchiamo di restituirlo, per cui restiamo ancora ancorat3 al paese. È vero che la città dà molte opportunità e una grande offerta culturale e sociale, mentre invece i paesi sembrano essere più rivolti alle famiglie. È anche il caso di Bagnolo che costruisce con i mattoni, ma non con i legami. Legami intesi come cultura, ma anche come comunità.

Che cosa intendiamo?

Sul bilancio di molti comuni c’è molto più investimento in edilizia e industria che in ambito sociale, è un dato di fatto, non stiamo dicendo nulla di nuovo. È bello però misurarsi in contesti portando tematiche emergenti che nelle città sono sdoganate mentre invece in provincia possono essere ancora tabù, un po’ per abbattere i muri. Consapevoli del rischio di essere etichettat3…

Gener.azioni all’opera

Com’è fare politica in questo contesto? Quali i vantaggi e quali gli svantaggi? Quali le sfide?

La sfida è quella di riuscire a separare l’idea che le persone hanno di te da quello che fai, e di superare alcuni pregiudizi; molto spesso il paese è diviso in realtà diverse. Se un’iniziativa viene proposta da una realtà viene snobbata dalle altre, e viceversa…

Siamo partit3 dicendo che non volevamo fare politica, considerando il contesto paese e conoscendo quelle che sono le sue dinamiche. Però ci siamo accort3 che trattare certi temi e proporre certe iniziative, o soltanto parlarne, significa fare politica. Ci occupiamo di politica intesa come riunione e confronto tra opinioni diverse, consapevoli del fatto che ciò rischia di ridurre la nostra platea o di crearci difficoltà.

Il bello è che organizzando questi eventi abbiamo un po’ la possibilità di crescere noi, sperimentare che cosa significa portare un’offerta culturale, e allo stesso tempo conoscere altre realtà, allargare gli orizzonti, fare rete, creare legami.

Nell’ultimo anno avete avuto non poche difficoltà nell’organizzare iniziative, anche a causa di un’amministrazione comunale diffidente, se non addirittura ostile. Come avete affrontato queste situazioni?

Nel primo caso avevamo organizzato tra gennaio e febbraio una serie di incontri su corpo, sessualità e salute chiamato “Il corpo tra cultura e società”. Avevamo mandato la richiesta per sala patrocinata, ed era stata approvata. La sera del primo incontro il sindaco ci ha telefonato dicendo che non avremmo più avuto il patrocinio. La motivazione era che non avremmo trattato della salute della persona ma di altro. Questo ci ha spinto di più a fare l’evento, nonostante la difficoltà logistica. E la gente evidentemente ha riconosciuto l’importanza ed è venuta. Paradossalmente abbiamo avuto maggiore pubblicità!

Per noi è stato importante leggere quella reazione, constatando che ci sono dei muri da abbattere in questa direzione. Evidentemente su determinate tematiche noi e l’amministrazione bagnolese abbiamo delle visioni radicalmente diverse.

Non è stato l’unico momento in cui abbiamo incontrato difficoltà: a maggio, per un altro evento, la presentazione dell’inchiesta La fede molesta: un argomento spinoso”, che trattava degli abusi interni alla chiesa nei confronti di suore e monache, avevamo richiesto la sala a pagamento. Specifichiamo che tale inchiesta è stata realizzata da una giornalista e attivista cattolica. In questo caso il diniego della sala è stato giustificato dall’amministrazione per «rispetto della religiosità dei bagnolesi». Abbiamo letto dunque che la religiosità dell3 bagnolesi si basa sull’omertà, sul nascondere determinate cose che succedono all’interno della Chiesa. Abbiamo trovato un luogo alternativo; eravamo scoraggiat3 all’inizio ma poi come al solito abbiamo avuto il supporto della cittadinanza.


Oggigiorno la disaffezione alla politica è crescente: le generazioni più esperte sono disilluse e quelle più giovani diffidenti. Come si potrebbe avvicinare queste ultime?

Quello che facciamo noi è cercare di dare stimoli e sperare che qualcunǝ si interessi a determinate tematiche; non è vero che la nostra generazione non è attiva, anche se sicuramente lo è meno rispetto ad altri momenti storici.

Quello che si potrebbe fare è investire in educazione e stimolare il pensiero critico, per imparare a sporcarsi le mani e dire «questa cosa mi riguarda»; anche in un contesto piccolo sarebbe bello che tutt3 fossero interessati a quello che accade, perché riguarda il nostro presente, il nostro futuro. Se vogliamo prendere parola possiamo farlo, anzi dovremmo, e pensiamo che ognunǝ di noi possa fare qualcosa e portare i propri bisogni. Ma per far questo bisogna partire dal curare la collettività, altrimenti non c’è dialogo né confronto e non può nascere nulla di propositivo. In questo modo si può creare dibattito e dialogo senza necessariamente passare dai partiti: anzi, quello che potrebbe spaventare molt3 giovani è il fatto che esprimere le proprie opinioni equivale ad essere etichettat3 come appartenenti ad una determinata fazione, ma esprimersi e prendere una posizione dovrebbe essere fondamentale.

Questa è una cosa che in un contesto piccolo come il paese può spaventare. Nel paese la tua storia ti precede.

Gener.azioni si rilassano

La vostra ultima iniziativa è stata il Minifest per l’ambiente a Bagnolo, dove sono intervenut3, tra i tant3, anche gli attivisti di Ultima Generazione. Quali sono state le vostre impressioni? Vi sono state mosse delle critiche sull’organizzazione di un evento “poco ecosostenibile”, che cosa vi sentite di rispondere?

Non è scontato portare tematiche che non avevano affatto a che fare con il contesto. Abbiamo gettato dei semi sperando che germinasse qualcosa.

Rispondendo alle critiche: non voleva essere un evento ambientalista; era collocato in un contesto di sagra al quale siamo stat3 invitat3 a tenere una serata, nel santuario della Stella, quindi ospiti di ospiti. Abbiamo scelto di trattare un tema che non avevamo mai affrontato pubblicamente, invitando varie realtà. Sapevamo dall’inizio che non era un festival vegano a impatto zero, ma abbiamo deciso comunque di farlo, per non rimanere nella nostra bolla senza portare a galla delle contraddizioni.

Quali sono le vostre prossime iniziative in programma?

Abbiamo organizzato una mostra dal 22 al 29 settembre dove saranno esposte opere che hanno come tema la salute mentale, “Gli Stati della Mente”. Si terrà a Bagnolo Mella presso Palazzo Bertazzoli, ad ora patrocinata dal comune. Abbiamo già parlato di salute del corpo, quindi adesso ci sembra giusto discutere di quella della mente.

 

Finisce la nostra chiacchiera, e lentamente ci avviamo verso casa. L’estate volge al termine, ed è giunta l’ora di riattivarsi…

Immagine di copertina: Daniele Andrini; Minifest dell’ambiente, agosto 2023, Santuario della Stella, Bagnolo Mella (BS).

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