
Martin McDonagh è uno scrittore, regista e drammaturgo irlandese, che – al giorno d’oggi – può essere considerato uno dei più grandi autori di sceneggiature, immediatamente riconoscibile nella sua arte. Nel 2004, il suo cortometraggio di debutto, Six Shooter, gli è valso un Oscar e il riconoscimento del pubblico, introducendo alcune degli elementi più caratteristici delle sue opere: il modo di dipanare intrighi complessi, situazioni caotiche, personaggi piuttosto grotteschi e dialoghi arguti. Nel suo lavoro può essere definito un abile postmodernista, uno degli ultimi a non scivolare in una volgarità banale, il che non nega il fatto che si trovi nella stessa categoria di autori ai cui film si è ispirato in passato, e che ha superato da tempo. La ricetta del suo successo – una combinazione di rigoroso dramma teatrale e ricca trama cinematografica – è stata provata da molti, ma solo pochi hanno saputo replicarla con tale virtuosismo. Allo stesso tempo, va notato che la sua abilità è cresciuta nel corso degli anni.
In Bruges (2008)
La prima commedia criminale di Martin McDonagh può essere considerata un capolavoro di arte e assurdità assolutamente distintivo. La storia ruota attorno a due sicari (Colin Farrell e Brendan Gleeson) costretti a nascondersi a Bruges. La trama è aperta a un’intera folla di sconosciuti – e chiunque tu incontri (comprese prostitute olandesi e attori nani) promette una nuova avventura e una nuova opportunità di cambiare vita. Il resto sono i dettagli, che sono, in effetti, l’aspetto più importante del film: dialoghi esilaranti tra persone che fatalmente non si capiscono, piccoli paradossi della trama, sfumature fantasmagoriche. La città di Bruges aggiunge un’atmosfera affascinante e a tratti magica: monumenti austeri dell’epoca di Bruegel, intrecci di canali, ponti medievali, ciottoli consumati nella piazza del mercato, guglie gotiche… Tutto questo trasforma inevitabilmente i personaggi principali, abitanti del sostrato profondo della società, che subiscono un’intera gamma di esperienze emotive nel corso del film. Lo scenario di un paese straniero cancella le “caratteristiche professionali” dei protagonisti, rivelando persone ordinarie e persino piacevoli, indescrivibilmente affascinanti oltre le apparenze.

Il film ha un certo impatto emotivo, è carico di tenerezza, profondità e inquietudine, oltre a riportare riflessioni toccanti sulla saggezza che arriva con l’esperienza e sull’affetto umano che riscalda l’anima e può essere redentivo. È quel tipo di film che premia le visioni ripetute e rimane per sempre nel cuore.
Seven Psychopaths (2012)
7 Psicopatici (Seven Psychopaths) è il secondo lungometraggio di McDonagh, una meta-commedia nera in cui l’imprevedibilità burlesca della trama si conclude con un finale toccante, quasi umanistico. La storia segue uno sceneggiatore tormentato (ancora una volta, Colin Farrell) in uno stato di crisi creativa, che cerca di scrivere qualcosa di nuovo e contemporaneamente entra in un ciclo di eventi criminali (con i carismatici Sam Rockwell e Woody Harrelson), che sono tutti sanguinosi, brutali e allo stesso tempo deliziosamente buffi.

Il film ha guadagnato immediatamente lo status di cult, ma allo stesso tempo è stato un po’ sottovalutato anche tra i fan devoti e percepito soprattutto come l’ottimo scherzo postmoderno di un teppista, che nega la meta-narrazione, e quindi non pretende di evocare emozioni profonde e pure. Tuttavia, il film ci mostra alcuni elementi autobiografici e di auto-riflessione, mentre la trama, nonostante gli abbondanti strati di riferimenti e gag cinefile, esplora temi controversi e ricorrenti. È un curioso tentativo di guardare non solo alla via d’uscita dalla crisi creativa, ma anche all’interazione dell’artista con i suoi personaggi e gli universi da lui creati, all’idea che ogni atto creativo dia una nuova vita a noi, il pubblico, mentre allo stesso tempo si trasforma in un piccolo suicidio per l’autore stesso.
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (2017)
Tre manifesti a Ebbing, Missouri può essere considerato il principale successo internazionale di McDonagh. Si tratta di un dramma vivace, toccante, divertente e straziante su una donna (la straordinaria Frances McDormand) che dichiara guerra ai locali agenti di polizia (ancora una volta abbiamo il piacere di vedere Sam Rockwell e Woody Harrelson), colpevoli di indagare con eccessiva lentezza sul brutale omicidio di sua figlia. Il film non mostra solo la crescita di McDonagh come regista, ma presenta anche lo sviluppo di figure intuitivamente riconoscibili tra i suoi personaggi, ognuno dei quali non è solo portatore di una certa morale o funzione, ma un personaggio voluminoso, ruvido, che fa discutere. Tutti hanno la loro verità, il loro dolore e le loro opportunità di eroismo e nefandezza. Anche i personaggi minori del film hanno un loro equilibrio e influenzano impercettibilmente ciò che accade sul fronte invisibile della lotta delle donne contro il Sistema – la creazione di questo microclima unico è valsa a McDonagh un Golden Globe.

Three Billboards Outside Ebbing, Missouri è un piccolo mondo con grandi sentimenti ed emozioni apertamente vissute, dove la legge, la verità e la giustizia non sono sempre nelle mani giuste e nel posto giusto, e dove i personaggi scoprono in sé stessi, ma anche in un altro – che sia un amico, un nemico o un estraneo – una natura umana senza fondo, dove tutto è mescolato, e gli elementi opposti – crimini e virtù – non sono così contraddittori tra loro.
The Banshees of Inisherin (2022)
Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin) è il nuovo film dark comedy del regista, un racconto di persone che vivono al limite della civiltà e della follia, ambientato su una remota isola irlandese. La pellicola segue l’amicizia di due uomini, spezzatasi mentre al di là dal mare infuria la guerra civile. È una tragicommedia struggente che funge da studio malinconico, straziante ed esilarante sui personaggi, esplorando le complessità dell’amicizia, dolorosi esami di coscienza ed estenuanti crisi di personalità. Il film riunisce il carismatico duo di Colin Farrell e Brendan Gleeson, entrambi protagonisti dello splendido film d’esordio di McDonagh, In Bruges, con cui abbiamo iniziato questo articolo. The Banshees of Inisherin ha ottenuto un particolare successo di critica alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato presentato in anteprima il 5 settembre 2022. La data di uscita in Italia è fissata per il 2023 e siamo sicuri che l’ultima opera di McDonagh non verrà meno alle (altissime) aspettative già suscitate con la proiezione a Venezia.

Immagine di copertina: Una foto dal backstage del film Tre Manifesti a Ebbing, Missouri.