orsa JJ4 Trentino
Riguardo agli orsi in Trentino si è assistito ad una delle massime espressioni del delirio di onnipotenza umano. Ora si vuol fare (in)giustizia con la legge del taglione.

5 aprile di quest’anno. Il runner ventiseienne Andrea Papi viene trovato senza vita nei boschi della Val di Sole. L’autopsia rivela la causa del decesso: ferite compatibili con l’aggressione da parte di un orso. Ma non un orso qualsiasi, bensì JJ4, femmina di circa 17 anni, esemplare stanziale nei boschi del Trentino. Illico et immediate dopo qualche giorno arriva la decisione del governatore Maurizio Fugatti, che decreta l’abbattimento dell’orsa “pericolosa” per “l’incolumità e la sicurezza pubblica”. Il provvidenziale ricorso di alcune associazioni animaliste le salva la vita, ma non le evita la cattura, che avviene dopo una decina di giorni dalla morte del runner, e il trasferimento al centro faunistico di Casteller, luogo famoso perché nuova “casa” di un altro animale celebre, ovvero M49 detto anche “Papillon”, il protagonista di due rocambolesche fughe dopo altrettante catture. Oggi per chi scrive, ovvero l’8 maggio, tre giorni prima della sentenza definitiva del TAR che avrebbe decretato il destino dell’orsa, il colpo di scena: il colpevole dell’incidente mortale non sarebbe JJ4, bensì un maschio adulto ancora da identificare. Nell’attesa allora di mettere la parola fine a questa vicenda, che, nonostante tutto, resta senza ombra di dubbio una tragedia, un po’ di storia. 

cattura orsa JJ4
La cattura dell’orsa JJ4.

Nuova vita per gli orsi

Nel 1999 viene inaugurato, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, il progetto “Life Ursus”, mirante alla ricostituzione di una popolazione di orsi in Trentino, che in quegli anni ammontava a poche unità. Ne vengono allora introdotti una decina di esemplari (tre maschi e sei femmine) provenienti dalla Slovenia e gli animali si adattano decisamente bene al nuovo ambiente: dopo quattro anni avviene infatti il primo parto. La popolazione plaude entusiasta al progetto: più del 70% del campione intervistato dall’istituto Doxa è ben felice di riavere i plantigradi nelle proprie foreste. Il progetto si è poi concluso nel 2004, ma l’obiettivo previsto dei 50-60 esemplari è stato decisamente superato: si parla infatti di una presenza di attualmente 100-130. L’espansione antropica sulle montagne, unita ad una scarsa variabilità genetica degli orsi introdotti (che causerebbe secondo gli esperti una maggiore aggressività), hanno poi aumentato i problemi gestionali degli animali: si sono infatti moltiplicati gli avvistamenti e purtroppo anche le aggressioni verso l’uomo. Tutto ciò, unito ad un mondo dell’informazione in molti casi solamente scorretto nel voler drammatizzare il confronto tra “paladini degli animali” e coloro che parlano di “animalismo da salotto”, ha portato la popolazione del Trentino a cambiare decisamente opinione rispetto al ‘99: già nel 2011 infatti la tendenza si era ribaltata. Non è difficile immaginare che l’opinione pubblica trentina sia anche oggi quantomeno rimasta sulle sue posizioni. 

Quella dell’orso

Il mito dell’orso è ben radicato nel nostro immaginario collettivo di bambini: chi di noi, infatti, non ha avuto dai genitori un orsacchiotto di peluche da stringere forte a sé? Per non parlare poi dei cartoni animati: Yoghi e Bubu, l’orso della Casa Blu, simbolo di una generazione con la sua canzone dell’addio assieme alla Luna, passando poi per Winnie the Pooh, goloso di miele, Baloo del “Libro della Giungla”, o Little John, fido alleato del Robin Hood della Disney), per arrivare infine al più recente compagno di Masha nel cartone “Masha e Orso”. Tuttavia, raggiunta l’età adulta, nessuno è così ingenuo da credere che gli orsi si nutrano di cestini della merenda rubati nel parco di Yellowstone: non li disprezzano certamente se li trovano, ma non li sgraffignano. Idem il miele: non lo divorano dai barattoli, ma se trovano il favo lo gustano volentieri. Sono grossi mammiferi, pesanti intorno ai 150 kg per quanto riguarda le femmine e addirittura sui 300 per i maschi, e, sorpresa delle sorprese, essendo animali si comportano come tali: cercano cibo, portano avanti la loro specie, difendono i loro cuccioli e il loro territorio dai curiosi. Si fidano dell’uomo poi solo in casi isolati e per molta fame, altrimenti si allontanano rapidamente dalla presenza antropica. Giustamente, oseremmo dire, visto il rischio per la loro incolumità.

Yoghi Bubu Yellowstone
Gli orsi Yoghi e Bubu, saccheggiatori di cestini della merenda nel parco di Yellowstone.

Una tragedia, ma non oltre

Tuttavia, quanto sopra ribadito è sembrato esser sfuggito ai promotori del progetto, che prima, ben felici e grazie ai soldi di Bruxelles, hanno ripopolato le loro montagne di orsi, perché il bosco con gli animali nell’immaginario del turista fa più oasi felice. Poi, scoperto che gli animali si comportano come tali e non sono fatti di peluche o di legno, han deciso che sono troppi e dunque di abbatterli, anche per ripagare la sete di sangue tipicamente umana, uno degli istinti più bassi di cui siamo dotati: tu animale hai fatto fuori un uomo? Allora io uomo faccio fuori te, così impari. Peccato che tutto ciò non restituisca alla vita il povero Andrea Papi, iellato nell’essere stato al posto sbagliato nel momento sbagliato, o magari sfortunato nel non aver avuto a disposizione, perché illegale in Italia, lo spray anti-orso, che secondo le statistiche sembra aver risolto positivamente il 92% delle aggressioni tra Canada e Stati Uniti. Ma come il surfista che danza sulle onde dell’oceano può imbattersi nel pescecane o l’abitante della Tanzania può imbattersi in un elefante o in un ippopotamo (specie che all’anno causano circa 500 decessi ciascuna), così in montagna si possono incontrare vespe, orsi, lupi, cinghiali, volpi, serpenti o magari cacciatori (colpevoli di 233 morti solamente dal 2011 ad oggi), con i pericoli ad essi correlati. Questo, tuttavia, è il mistero della natura, talvolta madre e talvolta matrigna, come direbbe il Giacomo Leopardi delle Operette Morali. Quando l’essere umano lo capirà, sarà sempre troppo tardi.

Immagine di copertina: L’orsa JJ4

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