Esterno dell’edificio scolastico dell’Audiofonetica di Mompiano

Audiofonetica: la scuola dove vince l’inclusione

A Mompiano esiste una scuola dove sordi e non condividono le stesse aule, imparando il rispetto, l’aiuto reciproco e la scoperta dell’altro”.

Sordi” è la parola con cui la comunità di non udenti predilige essere identificata: non si tratta di un termine dispregiativo, bensì rappresenta l’identità orgogliosamente difesa di un gruppo di 5 milioni di persone, di cui 70.000 sordomuti o sordi “prelinguali”[1].

«La “cultura dei sordi” è l’espressione delle modalità relazionali che hanno le persone sorde nello stare insieme, l’insieme dei comportamenti sociali e comunicativi che deriva dal costruire la propria identità individuale in modo positivo, senza necessariamente considerarsi – ed essere considerate – persone deficitarie ed inferiori. La visione culturale della sordità è il modo positivo di affermare il diritto alla comunicazione, all’espressione delle persone sorde: è la percezione della diversità non come menomazione fisica ma come ricchezza».

(dal sito dell’ENS, Ente Nazionale Sordi Onlus).

Foto in bianco e nero di due mani che segnano e con un fotomontaggio dalle mani escono una bocca e un orecchio
Il linguaggio dei segni come mezzo comunicativo.

Ma come è possibile integrare questa ricchezza all’interno di un’offerta formativa il più possibile inclusiva in un istituto scolastico? 
A Mompiano esiste una scuola dove sordi e udenti convivono in perfetta integrazione e socializzazione. Si tratta della scuola Audiofonetica, che nasce nel 1856 come avanguardistico istituto per sordomute presso le suore canossiane, da sempre attente al tema della sordità per vocazione della fondatrice dell’ordine, Santa Maddalena di Canossa. Si trasferisce poi a Mompiano nel 1919 e diventa scuola paritaria una decina di anni dopo.
Negli anni ’70 iniziano i primi tentativi d’integrazione tra le bambine sorde e i bambini udenti del quartiere e si procede alla completa chiusura del convitto, per non separare i bambini sordi dalle famiglie o dal loro contesto umano di quartiere e di paese.
Nascono negli anni le prime classi delle Elementari (1974) della Materna (1975) e infine delle Medie (1978) e del nido (anni ’90). Dal 2013 la scuola è gestita dalla Fondazione Bresciana per l’Educazione Mons. Giuseppe Cavalleri, che ha lo scopo di promuovere culturalmente e moralmente la gioventù attraverso iniziative in campo educativo, didattico e formativo, con un occhio di riguardo per la cura e la dignità della persona, in particolare quella in condizioni di maggior difficoltà.

La struttura è conosciuta a livello nazionale come un’eccellenza nel suo campo, ottenendo nel 2018 anche il certificato di qualità ISO 9001 – 2015, che attesta l’eccellenza dei criteri didattici e dei metodi di apprendimento, attraverso un percorso di integrazione della disabilità sensoriale della sordità.

Secondo il Report d’impatto del 2020, sul totale degli alunni, ben l’8,5% sono sordi, il 2% sordi con altre disabilità e il 5,6% con altre disabilità.
Visto l’alto numero di alunni con sordità, all’interno della scuola vi sono, quindi, numerosi servizi che garantiscono specifici interventi educativi secondo progettualità condivise dalle differenti figure professionali.
Oltre al corpo docente vi è il nutrito personale delle équipe di professionisti: i pedagogisti, la psicologa (che offre consulenza a insegnanti, alunni e famiglie), la referente all’inclusione, gli assistenti alla comunicazione, gli assistenti ad personam, gli educatori. Inoltre, si hanno anche figure esterne alla scuola provenienti da cooperative, come La Vela, che assistono gli alunni che presentano maggiori difficoltà.
All’interno della struttura vi sono anche delle aule riservate a tre logopediste e una logopedista/logogenista, che realizzano interventi riabilitativi in orario scolastico e in raccordo con le attività didattiche; un’audiologa e un’audiometrista che garantiscono visite mediche e tecniche settimanali.

Fotografia di un cortile interno della scuola con alberi e prato
Il cortile interno appena ristrutturato della scuola.

L’inclusione non avviene solo nei confronti dei bambini con disabilità. Vi è infatti una grande attenzione per il ruolo che la scuola assume come mediatrice culturale per i bambini di origine straniera, sempre più numerosi tra i bambini sordi, che oltre a non mostrare difficoltà ad integrarsi, portano alla scuola un valore aggiunto, creando un ambiente multiculturale ed eterogeneo.

Molti sono gli approcci possibili per rispondere ai bisogni sempre differenti dei bambini sordi: la scuola Audiofonetica ha assunto una prospettiva di tipo oralista per l’educazione e la riabilitazione, attraverso un approccio di “Comunicazione totale”. Si tratta di aiutare gli alunni a ottenere le condizioni più favorevoli per esprimersi attraverso differenti codici: oltre al linguaggio verbale (verso il quale si cerca di tendere per favorire l’inclusione dei bambini anche al di fuori dell’ambiente scolastico) anche la Lingua dei Segni (con le varianti dell’Italiano Segnato e Italiano Segnato Esatto), la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) e varie forme di comunicazione visiva e non verbale. 

La scuola Audiofonetica è un esempio ammirevole di come sia possibile garantire un apprendimento scolastico e un’integrazione totale ai bambini sordi, anche in vista del loro futuro lavorativo e sociale. Un’opportunità unica anche per il resto degli alunni, educati al rispetto, all’aiuto reciproco e alla scoperta dell’altro.

  

Per approfondire il tema della sordità e dell’”identità” sorda consigliamo le seguenti letture:

  • Oliver Sacks, Vedere voci. Un viaggio nel mondo dei sordi, Adelphi, 1990.
  • Tommaso Avati, Il silenzio del mondo, Neri Pozza, 2022.

[1] Una panoramica della situazione dei sordi italiani in generale e della lingua dei segni italiana in particolare, Versione aggiornata in seguito alle rettifiche del Presidente Nazionale ANIMU, Dino Giglioli, 7 maggio 2008 (link sito)

Immagine di copertina: La scuola Audiofonetica di Mompiano (Brescia).

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