
FROM BEYOND, cortometraggio basato sull’omonimo racconto breve di Lovecraft, e girato e prodotto interamente a Brescia e provincia, è finalmente concluso. Internazionalità, soprannaturale e una cornice suggestiva tutta bresciana fanno eco ad una gestazione di oltre tre anni. Abbiamo chiesto al regista e co-produttore Luca Ferrara di accompagnarci dietro le quinte della produzione in questa intervista esclusiva.
Da dove è nata l’idea per un corto “lovecraftiano”?
«Ho scritto From Beyond nell’estate del 2019, assieme al co-sceneggiatore Lou Clark. All’epoca stavo lavorando alla mia tesi di laurea e dopo mesi passati a guardare film e serie TV italiane di genere gangster (cui ho dedicato il mio scritto di laurea), sentivo il bisogno di lavorare a qualcosa di totalmente diverso. Sono sempre stato un estimatore dei racconti di H. P. Lovecraft e ho cominciato a immaginare quale dei suoi scritti avrei potuto adattare in forma di cortometraggio. La scelta è ricaduta su From Beyond (1920) – in assoluto uno dei racconti più brevi dello scrittore americano. Abbiamo preservato interamente la struttura narrativa di base, ma abbiamo scelto di dare al racconto un contesto storico nuovo (la Seconda Guerra Mondiale) e di espanderne la parte centrale (molto povera nel racconto originale) con alcune suggestioni narrative di tipo fantastico, di nostra invenzione, che ci permettessero al tempo stesso di approfondire le psicologie dei personaggi e i loro scambi dialogici».

Un corto che a tutti gli effetti ha respiro internazionale: dalla campagna di raccolta fondi alla lingua prevalentemente inglese del girato. Come ha influito questa direzione sul casting? E il respiro internazionale è stato più necessità o più scelta stilistica?
«Sia io che il co-produttore del progetto (Giorgio Lattanzi) abbiamo studiato nel Regno Unito. La scelta di scrivere il film in lingua inglese è stata dunque del tutto naturale, sin dalle fasi del suo sviluppo embrionale. Da un punto di vista stilistico, l’inglese ci è sembrata la scelta migliore per omaggiare l’autore del racconto originale (H. P. Lovecraft), mentre – da un punto di vista produttivo – abbiamo pensato che l’inglese potesse favorire il finanziamento del film, avvenuto in parte tramite una campagna di crowdfunding su Kickstarter, a cui si sono avvicinati, infatti, diversi estimatori di Lovecraft basati negli Stati Uniti. Il casting ha seguito naturalmente questa impostazione. Siamo stati fortunati a trovare degli attori con un’esperienza internazionale pregressa alla spalle, che si sono dimostrati perfettamente a loro agio nel recitare in inglese».
Il vostro corto è stato girato interamente in provincia di Brescia. C’è un motivo particolare per questa scelta?
«Sono originario della provincia di Brescia e – anche se me ne sono allontanato più volte per motivi di lavoro negli ultimi anni – mi piace tornarci e sfruttare i suoi luoghi come ambientazioni dei miei cortometraggi. Nel caso particolare di From Beyond, abbiamo sfruttato alcuni luoghi pittoreschi e poco conosciuti della città e della sua provincia, tra cui le grotte sotterranee di Brescia Underground (accessibili da Piazza Loggia), i vicoli del centro storico di Palazzolo sull’Oglio, il suo Castello e una cascina abbandonata a Botticino, allestita per assomigliare a un covo segreto di partigiani».

Quali sono le problematiche con le quali tu e la crew vi siete scontrati? E se in merito dovessi dare un consiglio al te stesso del passato cosa ti diresti?
«La realizzazione di un cortometraggio comporta sempre lo scontro con una serie infinita di limitazioni logistiche, temporali ed economiche. Ogni scelta registica o produttiva è dunque, a suo modo, una sfida potenzialmente difficile da superare. Nelle prime fasi dello sviluppo di From Beyond, siamo stati fortemente limitati dalla pandemia e dalle conseguenti limitazioni governative imposte ai viaggi e alle attività di gruppo. Quando poi ci siamo ritrovati finalmente sul set, la sfida più grande è stata trovare il giusto equilibrio tra l’ambizione di ciò che volevamo realizzare e la valutazione di ciò che, invece, potevamo realizzare, soprattutto sul piano tecnico. Abbiamo dunque dovuto dosare gli effetti digitali e le scene d’azione perché potessero funzionare ed essere convincenti senza esagerazioni o pericolosi margini di errore. Un consiglio al me stesso del passato? Per From Beyond mi concederei un po’ più di libertà per improvvisare sul set».
L’approccio di scegliere contesti locali e dare respiri globali non è nuovo (si veda su Netflix per esempio “La casa de papel”), e lo ritroviamo anche nel tuo corto, che un po’ “internazionalizza” le ambientazioni di Brescia e Provincia. Credi che in una prospettiva futura questa sia una modalità vincente per rilanciare (a livello cinematografico, ma non solo) quella parte di Italia un po’ più nascosta rispetto ai grandi poli come Roma?
«L’industria cinematografica mondiale è sempre più interconnessa e i cortometraggi non possono restare immuni a questa tendenza che è sia narrativa che commerciale. Con From Beyond abbiamo sfruttato alcune location unicamente bresciane per mettere in scena una storia internazionale e quanto più universale e comprensibile possibile. Non ho l’ambizione che un singolo cortometraggio, per quanto ben distribuito, possa attirare l’attenzione del pubblico verso il territorio bresciano, però sono convinto che la nostra città e la sua provincia possano vantare una varietà di ambientazioni naturali e antropiche assolutamente notevole, decisamente sfruttabile sul grande e sul piccolo schermo».
Non resta che chiederti: quando e come si potrà vedere “From Beyond” sul grande (o piccolo) schermo?
«Abbiamo firmato un accordo di distribuzione con la società “Pathos Distribution”, tra le prime in Italia (a loro fa capo il cortometraggio L’Oro di Famiglia, di Emanuele Pisano, nominato ai David lo scorso anno), che ne curerà la distribuzione festivaliera. Eccezion fatta per una proiezione privata del progetto ad uso del cast e della troupe, che si terrà prossimamente alla Multisala Oz di Brescia, speriamo che, nei prossimi mesi, il cortometraggio possa essere selezionato a dei festival in Italia e nel resto del mondo».
Immagine di copertina: dietro le quinte del set.