
L’11 febbraio del 1858 Bernadette Soubirous, contadina quindicenne, stava raccogliendo legna nei pressi del fiume Gave di Pau a Massabielle, piccolo comune appena fuori Lourdes. Fu qui che ebbe l’incontro che cambiò per sempre sia la sua vita sia quella del suo paese: in una grotta lì vicino si narra infatti che le apparve “una signora vestita di bianco, con un velo anch’esso bianco, una cintura blu e una rosa gialla su ciascun piede“.
Questa fu la prima apparizione della Vergine Maria. Ad essa ne seguirono altre diciassette, fino al 16 luglio dello stesso anno. Nacque così il mito di Lourdes, una delle mete più visitate da tutta la cristianità, con all’incirca cinque-sei milioni di turisti ogni anno; e cos’ho io in meno o in più di costoro? Nulla. Quindi, nel settembre scorso, ho deciso di unirmi.
Cenni logistici
Lourdes non è sicuramente la meta più popolare tra i giovani: non è la Sardegna, non è la Grecia o la Spagna. Ma se lo fosse, non sarebbe nemmeno interessante da raccontare. L’età media dei pellegrini è piuttosto alta, e del gruppo a cui mi sono unito, io (che non sono nemmeno così giovane) ero il meno stagionato. Il comune si può raggiungere in vari modi: in aereo, decisamente il mezzo più semplice, scelto da circa 450.000 passeggeri l’anno tra cui il sottoscritto, oppure in treno, su cui viaggiano però principalmente i malati più gravi, accompagnati da associazioni come l’Ordine di Malta, L’Unitalsi e l’OFTAL e infine in pullman, mezzo prescelto da coloro che non amano stare coi piedi in aria. L’aeroporto dista all’incirca un’ora dalla città, ma il traffico è poco, quindi il transfer procede tranquillo.
Lourdes
Il comune è decisamente piccolo: sono infatti solo 20.000 i suoi abitanti. Centro di tutto è il Santuario di Nostra Signora di Lourdes, edificato in seguito alle apparizioni di Maria nella sopracitata grotta di Massabielle: quest’ultimo si divide poi in vari edifici, di cui il principale è la Basilica dell’Immacolata Concezione, situata sopra la grotta, con a seguire la Basilica di Nostra Signora del Rosario e la Basilica di San Pio X, costruita sotterranea. Al di là del fiume Gave c’è poi un altro edificio, la chiesa di Santa Bernadette, più recente, con una struttura simile a quella di uno stadio, con panche e vere e proprie gradinate da cui assistere alla funzione religiosa. Altre attrattive possono essere il museo delle cere, i luoghi dell’immersione nell’acqua santa alla ricerca del miracolo e i percorsi dove è vissuta la santa. Nulla di trascendentale, ma comunque una buona alternativa tra una funzione religiosa e quella successiva.

Le attività diurne. Pur essendo un luogo frequentato principalmente da anziani, è comunque consigliabile prendere dei presidi se non si ha una buona gamba: non sono richiesti sforzi fisici eccezionali, ma comunque si cammina. Le giornate procedono placide e tranquille: oltre a camminare, si prega nella grotta di Massabielle, si assiste alla funzione religiosa in più lingue nella Basilica di Pio X, si partecipa alla Via Crucis; a tutto ciò si uniscono poi momenti di necessario relax e i pasti, perché va bene nutrire l’anima, ma pure il corpo ha comunque le sue necessità. Il clima è piuttosto umido, piove spesso e non si contano le giornate nuvolose: alla fine però risulta gradevole anche così. Se non siete meteoropatici riuscirete comunque a godervi ciò che questo posto ha da offrirvi: la pace, la serenità, una visione della sofferenza che talvolta squarcia il cuore ma che risulta quasi commovente, nella speranza di un miracolo.
“La mia casa sarà casa di preghiera“. Negare le ipocrisie di fondo di Lourdes sarebbe un esercizio piuttosto stucchevole, quindi non intendo farlo: va detto con chiarezza come anche in una delle grandi capitali della cristianità il capitale la faccia da padrone, con negozi muniti di ogni genere di merce sempre uguale (rosari, crocifissi, aspersori, boccette, candele) che dominano le zone attorno al santuario, come se si trattasse di un paese in riva al mare molto frequentato. Pare che viga la credenza che a offerta più consistente corrispondano benefici maggiori : ci sono infatti in vendita sull’esplanade candele, alte circa un metro, dal costo di 250 euro. Nessuno sa perché siano in vendita, se per sfoggio personale o con la speranza di ottenere un miracolo più grande. Però ci sono. Verso sera infine, di ritorno dalla tradizionale fiaccolata, si possono trovare dei bisognosi che chiedono l’elemosina: non si sa dove stiano di giorno, ma di sera escono. Peccato che a tarda ora non giri quasi nessuno, e le strade siano praticamente deserte.


Riflessioni finali. Chi ha tentato di restituirvi qualcosa di Lourdes non è certamente un cattolico praticamente: l’occhio è quello di un uomo profondamente spirituale ma totalmente disinteressato ai riti. La chiesa tra i giovani non gode certamente del suo miglior momento di popolarità, e di ciò me ne dispiaccio. Un’istituzione durata duemila anni è sul punto di essere abbandonata, e come ogni anticaglia lascia sempre un pizzico di nostalgia e di incertezza verso il futuro. Nessuno nega che per fare un pellegrinaggio del genere serva sicuramente una grande apertura mentale: non essendo infatti Roma o Gerusalemme, in cui la preghiera è quasi ancillare e non costitutiva del viaggio, bisogna prepararsi nel corpo e nell’anima e non ci si può sottrarre alle funzioni, altrimenti è inutile partire. Ciò premesso, sono stati per me quattro giorni di introspezione, riflessione, cammino, partecipazione e riposo: il segreto è solamente godere di ciò che ogni luogo ha da offrire, a seconda dei propri gusti.
Immagine di copertina: Il fiume Gave di Pau.