World Congress for Climate Justice (WCCJ), Milano: capitolo primo

Tra l’Università e diversi spazi sociali, attivist3 dai diversi continenti si sono incontrat3 in vista di una futura mobilitazione globale per la giustizia climatica.

Nel weekend tra giovedì 12 e domenica 15 ottobre, si è tenuto a Milano il primo Congresso Mondiale per la Giustizia Climatica (World Congress for Climate Justice, WCCJ). Proposto da realtà di climattivist3 e centri sociali nel febbraio 2023, e organizzato in poco più di sette mesi soltanto tramite raccolta fondi, è stato un primo tentativo di riunire collettivi e movimenti che si occupano di questioni ambientali in tutto il mondo. La volontà era quella di fare “una chiamata per un’alleanza transazionale (…) con l’ambizione di definire un’agenda e un orizzonte ideologico comuni

Locandina del WCCJ.

Erano presenti realtà da tutto il mondo: diverse Italiane , molte europee ma anche da Africa, America Latina, e USA.

Il contesto in cui si tiene questo congresso è emblematico: nella prima metà di ottobre in tutta la penisola italiana si sono registrate temperature ben al di sopra delle medie climatiche, addirittura con picchi di +10-12 °C. Nell’emisfero australe, dove dovrebbe essere da poco iniziata la primavera, sono state registrate temperature torride. Un ruolo parziale sicuramente lo ha avuto il fenomeno climatico periodico ENSO, meglio noto come El Niño, ma la causa principale di queste temperature anomale è senz’ombra di dubbio il cambiamento climatico.

Il 2023 verrà probabilmente ricordato come il più caldo di sempre e ha portato a diversi disastri, primi tra tutti in Italia l’alluvione in Romagna e gli acquazzoni devastanti di agosto nella Lombardia occidentale; nel mediterraneo al ciclone Daniel, che ha devastato Turchia, Grecia, ma soprattutto la Libia e in particolare la città di Derna Il congresso era stato proposto dopo un’altra estate terribile, quella del 2022 quella della grande siccità nel Nord Italia . Il 2023 ha forse confermato il fatto che stiamo vivendo già oggi la crisi climatica, e che negli anni a venire la situazione continuerà a peggiorare.

La maggioranza delle assemblee e dei dibattiti si sono tenuti nella sede centrale dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono. Il giovedì si è tenuta l’assemblea inaugurale riservata ai soli delegati delle diverse realtà partecipanti, seguita da alcuni workshop artistici. La sera c’è stato un aperitivo di benvenuto al Piano Terra, spazio occupato in pieno centro nel quartiere Isola.

Workshop nel Chiostro della Legnaia, Università di Milano; Offtopic.

Il venerdì si sono tenuti dibattiti e panels tematici aperti al pubblico, da dibattiti su tematiche quali mobilità, alimentazione, tematiche di genere, lavoro, alle testimonianze di attivist3 da tutto il mondo sulle loro esperienze locali, con la prospettiva di creare un approccio intersezionale alla questione ambientale. Nella stessa giornata c’è stato un collegamento in diretta con il contro-summit dei movimenti sociali di Marrakech, contro il summit della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) con la collaborazione dell3 attivist3 di Debt for Climate (D4C).

Attivist3 in corteo; Giovanna Dimitolo.

Venerdì, oltre ad essere la prima giornata di dibattiti aperti a tutt3, è stata anche la giornata del corteo in protesta contro le Olimpiadi Invernali del 2026 di Milano-Cortina: centinaia di attivist3 hanno sfilato dall’università, a piedi o in bicicletta, lungo corso Lodi fino ad arrivare a Porta Romana. Allo scalo ferroviario, dove è stata forzata l’apertura del cancello, si è tenuta un’assemblea pubblica contro il grande evento, le sue contraddizioni e i suoi effetti sulle politiche abitative e non della città meneghina, rivendicando la rottura della “Pax Olimpica”. Qui infatti è prevista la costruzione del villaggio olimpico, in una zona, quella adiacente a Corvetto, che già negli scorsi anni è stata oggetto di speculazione immobiliare e “riqualificazione”, soprattutto per quel che riguarda gli immobili di proprietà dell ATS di via Adige e via Mantova.

Tra le tante ed importanti tematiche, si è discusso anche dell’impatto e dell’inutilità della costruzione di nuove piste per bob e slittini progettate a Cortina: in Italia, infatti, tale sport viene praticato da un numero esiguo di atleti. Ironia della sorte, pochi giorni dopo il presidente del Coni Malagò ha annunciato che verranno utilizzate strutture di paesi esteri. In conclusione, è stata annunciata una grande mobilitazione per il prossimo 6 febbraio, a due anni esatti dall’inizio dei giochi.

La sera c’è stato un momento di socialità presso la Camera del Non Lavoro, vicino al Parco Sempione, sede del sindacato ADL Cobas, ma che ospita anche le sezioni locali di Ultima Generazione ed Extinction Rebellion.

Il sabato i lavori sono iniziati con l’assemblea sulle pratiche e strategie da attuare in prospettiva di una grande mobilitazione per la giustizia climatica: infatti, dopo la grandissima partecipazione del 2019, le diverse ondate pandemiche hanno azzoppato notevolmente i movimenti, che hanno faticato molto a riprendersi. Purtroppo questo dibattito si è arenato in una scomoda impasse che si è prolungata per tutta la giornata, e finanche alla plenaria del giorno dopo. In poche parole, non si è riusciti a trovare un obiettivo preciso o una strategia determinata da seguire per rilanciare la mobilitazione globale per il clima. Non c’è ancora una data o un luogo per il prossimo congresso, ma un appuntamento che più volte è stato citato, soprattutto da quell3 attivist3 che si definiscono “realist3 climatici” è quello della Earth Social Conference (ESC) che si terrà a Casanare, in Colombia, dal 5 al 7 dicembre.

Ribelliamoci Alpeggio; APE Milano.

Nella stessa giornata, l’Associazione Proletari Escursionisti con l’iniziativa “Ribelliamoci Alpeggio” ha organizzato diverse escursioni tra Alpi e Appennini per rivendicare un’idea diversa di attraversamento dei territori montani, contro il loro eccessivo sfruttamento e valorizzazione, e anche contro le prossime olimpiadi invernali.

La domenica si è tenuta, presso lo spazio Leoncavallo, la plenaria conclusiva del congresso, nella quale sono state fatte le restituzioni dei lavori dei panels del sabato. Purtroppo, la diatriba tra focus su teoria politica e prassi urgente non ha trovato una vera e propria conclusione, lasciando delus3 divers3 attivist3 che si aspettavano qualche conclusione più concreta. Ma aspettiamo di vedere che cosa verrà fuori dai prossimi appuntamenti.

Immagine di copertina: Vista dallo scalo ferroviario di Porta Romana; Giovanna Dimitolo.

Condividi su: